Gara di solidarietà per Adrian

Scatta la gara di solidarietà per il piccolo Arnaldo. Il bambino di 4 anni e mezzo di Lodi, che è nato senza una mano e senza un braccio.

Mamma Fabjana e papà Adrian vogliono mettergli una protesi. Il loro bambino deve sentirsi uguale agli altri e riacquistare l’equilibrio corporeo che oggi non ha.

La protesi, che sarà realizzata dal professor Marco Lanzetta, lo specialista della prima mano bionica del Belpaese (applicata al 48enne di Mulazzano Walter Visigalli), è pagata in parte dall’Asl, ma la famiglia deve aggiungere dei soldi. E poi ci sono le spese per i viaggi nella clinica di Rimini e la permanenza per il periodo indicato. Insomma, il buon cuore dei lodigiani servirà, eccome.

Tanto più che i genitori del piccolo Arnaldo hanno un lavoro precario. Lui fa il barista in un oratorio della città, mentre la mamma ha incominciato con un lavoro in prova a Cremona.

A far partire la gara di solidarietà è la famiglia Tosi di Montanaso che da più di vent’anni aiuta le famiglie in stato di necessità. «Abbiamo fatto già operare al cuore tre bambini - racconta Teresa Tosi -, sono venuti a trovarci di recente. Ormai hanno più di vent’anni. Che bello sentirsi chiamare mamma e papà da loro».

«Una nostra amica - racconta la mamma di Arnaldo - ci ha parlato di questa coppia di Montanaso che aiuta le persone bisognose. Ci siamo rivolti a loro. Hanno insistito che non dovevamo lasciar perdere, che loro ci avrebbero aiutati a far mettere la protesi al nostro bambino. Abbiamo portato Arnaldo in visita a Monza. Hanno pagato loro. L’Asl ci passa i 1200 euro della protesi. A questi fondi, però, dobbiamo aggiungere altri 200, 300 euro che l’Asl non paga e poi i costi dei vari trasferimenti e soggiorni nel centro di Rimini. Il braccio destro del piccolo Arnaldo è normale. L’arto sinistro, invece, è costituito solo dal braccio che arriva fino al gomito. Mancano l’avambraccio e la mano. Il professore ha detto che metterà un arto fisso, come quello di una bambola. Ogni 6 mesi, però, dovrà cambiare protesi, perché le due braccia siano sempre della stessa dimensione. A 18 anni poi potrà avere un arto più stabile».

La storia di Arnaldo parte da quando era nel grembo di mamma Fabjana.

«Al terzo mese di gravidanza - spiega -ho fatto l’ecografia e la dottoressa mi ha detto che non vedeva la mano del piccolo. “Forse l’ha appoggiata”, ha detto. Così mi sono alzata e poi sono ritornata una seconda volta. “Tutto a posto”, mi ha detto. Stessa sentenza nelle ecografie successive. Quando mio figlio è nato, invece, ci siamo trovati di fronte alla sorpresa. Abbiamo fatto causa alla ginecologa, ma la vicenda non è ancora chiusa. Nostro figlio ha ottenuto l’invalidità al 100 per cento, ma non prendiamo neanche un euro. Arnaldo è nato in italiano, ma io e mio marito siamo albanesi. Adrian è a Lodi da 19 anni e io da 8. Non abbiamo ancora la cittadinanza, viviamo solo con il permesso di soggiorno e tutto è più difficile».

Il bimbo frequenta una scuola materna della città e la famiglia è conosciuta a Lodi.

«Noi - dicono i Tosi - abbiamo aiutato tanti bambini e tante donne in questi anni. I medici ormai ci conoscono e ci aprono le porte. Lo stesso Lanzetta ci ha regalato la prima visita. Abbiamo fatto operare anche diverse donne al seno, grazie alla collaborazione con la chirurga Ermenegilda Boni».

I coniugi di Montanaso mostrano le foto delle persone aiutate in questi anni e una lettera di ringraziamento del sindaco del paese Luca Ferrari: «Noi non abbiamo mai chiesto nulla agli altri - dicono moglie e marito-, questa è la prima volta, ma è un caso particolare. Siamo pensionati, ma abbiamo sempre fatto tutto gratis. Abbiamo aiutato anche tante persone italiane. Lo facciamo con il cuore».

Chi volesse dare una mano al piccolo Arnaldo può contattare i Tosi allo 0371/689007, oppure la mamma del bambino al 320/0533849.

© RIPRODUZIONE RISERVATA