Furti in ospedale, continua la polemica

Non si placa la polemica sui furti nei reparti dell’ospedale Maggiore di Lodi e nelle stanze dei pazienti, anche di notte. Fra i “punti deboli” della struttura, per stessa ammissione dei dirigenti dell’Azienda ospedaliera, c’è il pronto soccorso, visto che rimane aperto 24 su 24 e che dà accesso quasi diretto anche ai reparti dei piani superiori. «Sono andata al pronto soccorso per due volte in una settimana e ho visto di tutto» conferma una signora di Lodi Vecchio, colpita da quanto accaduto nei giorni scorsi. Venerdì scorso A.C. è rimasta in pronto soccorso dal mattino al primo pomeriggio, per 3-4 ore, mentre il venerdì precedente aveva passato in sala d’attesa molte più ore, dall’una del pomeriggio alle dieci e mezza di sera. Entrambe le volte con la figlia.

«Mentre eravamo in attesa vedevo un continuo viavai di senzatetto - spiega -. Entravano e uscivano, poi tornavano, si sedevano su tutte le sedie presenti, poi appena qualcuno andava alla macchinetta si avvicinavano per per chiedere dei soldi. Uno ha cambiato canale alla tv e si è messo a guardare quello che voleva. Poi - aggiunge - si avvicinavano al bancone degli infermieri, dove vengono ricevuti i pazienti, e bevevano da una bottiglia di acqua. Ma la cosa più assurda è che nessuno diceva niente, ne medici ne infermieri. Non penso che quella sia una casa di accoglienza, eppure succedeva di tutto ed entrava chiunque. Anche tossicodipendenti, che entravano nei bagni a fare non si sa cosa». Ma dal pronto soccorso si può accedere ai reparti e lei ha visto che qualche senzatetto approfittava di questo passaggio “privilegiato”. Accanto alla corsia riservata alle ambulanze, infatti, c’è una porta di ingresso all’ospedale. «Entrambe le giornate che sono rimasta lì ho visto una persona che entrava - spiega A.C. -. La porta era aperta, senza nessun controllo. Se la situazione è questa, poi non ci si deve stupire se succede quello che succede nei reparti e se nell’ospedale girano anche malintenzionati».

Questo problema è molto sentito dai dirigenti dell’Ao, che stanno cercando un modo per impedire questi accessi “indesiderati”. Anche se, spiegano, «l’ospedale è una struttura pubblica che non può essere blindato». Per il momento sono state messe telecamere negli spazi comuni e una guardia all’ingresso, giorno e notte.

D. C.

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