“Freddo polare” per i saldi

Nel cuore di Lodi partenza al rallentatore

A dispetto delle temperature degli ultimi giorni, sui saldi d’inverno si è abbattuto il “grande freddo”. Qualche commerciante ci scherza sopra, e rilancia: «Ma quale grande freddo, semmai questo è un inizio glaciale». E sul fatto che la categoria contesti a gran voce la data d’inizio degli sconti, non ci sono dubbi: altro che 5 gennaio, tutti vorrebbero spostare le offerte più o meno alla fine di marzo. O, al massimo, a febbraio. Anche per non perdere gli incassi di dicembre.Alla Bottega del Cachemire, in via Garibaldi, la titolare è convinta che «non girano i soldi, la gente non ha voglia di spendere». Se si deve tirare la cinghia, allora si elimina tutto ciò che è superfluo. «Abbigliamento e scarpe, inoltre, risentono molto della concorrenza dei grandi magazzini».L’inverno che non c’è, con il sole e con le sue temperature inusuali per la stagione, mette i bastoni tra le ruote soprattutto ad alcune attività. «Le nostre vendite sono legate al tempo - spiegano da Kammi, in corso Roma -. Ci teniamo a precisare che i nostri clienti non si lamentano nella maniera più assoluta dei prezzi applicati, facciamo parte di una catena a quindi i prezzi sono gli stessi. Non abbiamo iniziato prima rispetto alla data decisa, anche perché non sarebbe giusto fare delle differenze tra i clienti». Senza contare che per far fronte alle spese sempre più elevate sarebbe impossibile prolungare a dismisura gli sconti. Da Liu Jo, in corso Roma, le commesse precisano che nonostante il centro storico non sia certo preso d’assalto da chi vuole fare acquisti, gli affari non sono andati male, soprattutto per quanto riguarda maglioni e piumini. «Durante la settimana l’affluenza è in discesa - dicono -, forse la gente aspetta lo stipendio». Anche da Glitter, regno delle calzature in corso Vittorio Emanuele, non ci si lamenta: nessun “bagno di folla” in vista, ma forse partire più tardi non sarebbe stato un male. E dal momento che la liberalizzazione del commercio è uno dei temi caldi al centro delle polemiche, c’è già chi ha iniziato a parlare della liberalizzazione dei saldi. In poche parole questo significherebbe lasciare la possibilità a ogni esercente di decidere quale politica degli sconti adottare, in base alle proprie esigenze. Anche in questo caso, però, le opinioni sono discordanti: c’è chi sostiene che in questo modo si amplificherebbe il caos nel settore e c’è chi invece si troverebbe a proprio agio.In via Gaffurio, piccola arteria del centro storico soffocata da tre cantieri, i negozianti si accontentano, in attesa di veder sgomberare le impalcature che rendono più difficile il passaggio della gente. «I nostri clienti più affezionati non sono mancati all’appuntamento - fanno sapere da Clacson, punto vendita specializzato in abbigliamento -, vista la situazione, con la presenza dei cantieri, ci accontentiamo. Certo sarebbe stato meglio partire più avanti, anche per non penalizzare il mese di dicembre. Liberalizzare i saldi? Potrebbe essere un’idea, in questo modo sarebbe possibile allestire un piccolo spazio dedicato alle occasioni».

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