Foresta di città a Lodi, che fallimento: un “polmone” in pieno degrado

Il progetto da un milione di euro voluto da Provincia e Comune è oggi preda dei vandali

Esperimento fallito. Se l’obiettivo della foresta di pianura era quello di regalare ai lodigiani un’oasi verde dove trascorrere del tempo, allora è evidente che qualcosa non ha funzionato. Le strutture sistemate tra boschi e sentieri sono spesso vandalizzate, così come questi luoghi sono spesso ignorati dalle famiglie. S’intravedono soprattutto padroni a spasso con il proprio cane e qualche runner, difficile che manifestazioni ed eventi prendano in considerazione la foresta di pianura come possibile scenario.

In origine si era pensato a una cintura verde in grado di collegare la natura all’ex Sicc con i campi all’Isolabella, per arrivare poi alla vegetazione che si estende dietro alla Coldana.

Quest’ultimo tratto di foresta di pianura è in realtà il primo a essere stato realizzato, una superficie di 38 ettari voluta da Provincia e Comune di Lodi. Un progetto nato nel 2002 che nel tempo ha richiesto un investimento di oltre un milione di euro, risorse stanziate da Provincia, Comune di Lodi e Regione per la piantumazione di alberi, la creazione di aree didattiche, canoni di locazione e indennizzi alle proprietà.

Oggi una parte della staccionata è caduta per terra e alcuni sentieri sono ormai impraticabili. Il tavolo da pic-nic è stato ribaltato e non mancano i graffiti. Il cartello che dovrebbe presentare ai visitatori il bosco di pianura non è più leggibile, è stato strappato e non è dato sapere quali caratteristiche abbia la vegetazione.

Un polmone naturale che potrebbe essere sfruttato dal punto di vista turistico o sportivo, ma che fino a questo momento è rimasto lontano dalle luci della ribalta. Il primissimo lotto, che comprende i poderi Coldana, Valgrassa e l’area dei laghetti di Sant’Antonio, si è unito con gli anni all’argine all’ex Sicc, necessario per difendere la città di Lodi dalle piene dell’Adda. Anche in questo caso non sono mancate le ripetute segnalazioni dei cittadini per la presenza di rifiuti e per le incursioni notturne dei vandali. Adesso in questa zona è presente anche la cattedrale vegetale, di cui si occupa l’Associazione Giuliano Mauri.

Anche all’Isolabella, e nonostante le piantumazioni al di là della tangenziale sud, nei pressi del Parco tecnologico padano, non si può dire che l’idea di un bosco di pianura fruibile dalla popolazione abbia avuto un grande successo.

Tra il parcheggio dell’ospedale Maggiore, il cavalcavia della tangenziale est e gli argini dell’Adda, infine, si sarebbero dovuti vedere alberi, fontane e aree pic-nic. Al momento il sogno di una foresta di pianura frequentata e amata, palcoscenico di eventi, resta sulla carta.

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