Fanno causa per le buche a Lodi, condannati: «Dovevano stare più attenti»

Boom di cause intentate da pedoni e ciclisti al Comune di Lodi per chiedere risarcimenti a seguito di cadute causate, a detta dei ricorrenti e dei loro avvocati, dal dissesto di strade e marciapiedi: la media annua è arrivata a settanta procedimenti. Ma che l’esito sia favorevole al cittadino non è scontato.

Recentemente infatti sono state pubblicate due sentenze, di giudici diversi, del tribunale civile di Lodi, che ritengono che la «condotta negligente» di una giovanissima ciclista e di una donna di mezza età sia stata la causa prevalente della caduta. Per cui non solo il Comune non è stato condannato a risarcire, ma le due vittime delle cadute si sono viste anche intimare di pagare l’avvocato del Broletto, per importi di 2.500 euro in un caso e di 3mila nell’altro. Cui devono aggiungere anche il costo del proprio legale. Una delle due, comunque, ha proposto ricorso in appello.

Il primo caso riguarda una bambina che, in estate, era rovinata al suolo in via Cristoforo Colombo mentre percorreva il marciapiede in bicicletta. Il giudice, premettendo che nella citazione le circostanze della caduta non sarebbero state individuate con la dovuta precisione, evidenzia che la bambina “percorreva in condizioni di massima visibilità un tratto stradale caratterizzato da diffuse e comunque modeste sconnessioni” e considera che “non ha prestato la necessaria prudenza e attenzione richieste a un utente della strada. Deve pertanto concludersi che la presenza di buche ha svolto un ruolo solo passivo di occasione dell’evento, mentre la negligente condotta della bambina deve ritenersi assorbente sotto il profilo causale, integrando il caso fortuito”.

L’altra caduta era avvenuta, sempre d’estate, in viale Giovanni XXIII: «Non è dato comprendere in che modo la disconnessione abbia causato la rovina a terra. L’intero marciapiede presentava diffuse e ben visibili disconnessioni - motiva il giudice -, la caduta è avvenuta in estate e in pieno giorno, cosicché doveva esigersi una maggiore attenzione e cautela».

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