«Falsi incidenti per frodare le assicurazioni»: in 16 nei guai

GIUSTIZIA Coinvolti anche due carabinieri all’epoca in servizio nel Lodigiano

Decine di incidenti stradali, fino a tutto il 2020 e anche prima, secondo la Procura di Lodi non sarebbero mai davvero avvenuti, eppure alle compagnie di assicurazione arrivavano constatazioni amichevoli e anche verbali delle forze dell’ordine molto dettagliati, generalmente con la conseguenza di dover liquidare ingenti danni ai veicoli. Ma mai lesioni alle persone.

Per alcuni sinistri “sospetti” una compagnia aveva fatto scattare all’inizio del 2021 le indagini della guardia di finanza, con più di 16 indagati, e tra di loro anche due carabinieri che all’epoca dei fatti erano in servizio nel Lodigiano. Per almeno uno di loro c’è anche l’ipotesi di reato di falso ideologico. Entrambi ora risultano oggetto della richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Lodi per ipotesi di associazione per delinquere, che coinvolge anche alti sei imputati, due dei quali contitolari di una carrozzeria tra il Lodigiano e il Sudmilano. L’inchiesta che era stata coordinata dal pm Sara Mantovani comprendeva anche l’ulteriore contestazione di “danneggiamento fraudolento di beni assicurati” ma il Gip di Lodi Francesco Salerno aveva optato già diversi mesi fa per uno stralcio di tutte le posizioni relative ai proprietari dei numerosi veicoli che si sospetta fossero stati utilizzati per lucrare sui rimborsi assicurativi. Gli atti sono stati trasmessi alle Procure di Roma, Venezia, Treviso e Trieste, dove hanno sede legale le compagnie assicurative che secondo gli inquirenti avrebbero subito le frodi.

Davanti al gip di Lodi sono rimasti solamente i presunti capofila del sistema dei falsi incidenti, compresi i due pubblici ufficiali, per la sola ipotesi associativa. Il caso, a causa di un problema in una notifica, tornerà al vaglio del Gip alla fine di febbraio.

In caso di rinvio a giudizio, è probabile che i difensori scelgano di far ricostruire in aula tutti i numerosi episodi di “reato fine” della presunta associazione a delinquere, anche perché nel gran numero di episodi contestati potrebbe essere finito anche qualche incidente realmente accaduto, e potrebbe avviarsi un processo non breve. Uno dei due militari sotto inchiesta non sarebbe più nell'Arma.

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