Ex Officine Adda, colpo di scena

La Banca Popolare:

le volumetrie edificabili

valide nel 2003 sono

state ridotte, il Broletto

è stato molto indeciso

Ex Officine Adda di San Fereolo, undici anni di stallo e all’orizzonte un’ipotesi clamorosa. Il Banco Popolare, proprietario dei 34.650 metri quadrati edificabili, sta infatti ragionando sulla possibilità di restituire la grande area al colosso industriale Abb.

Il motivo? Le volumetrie edificabili valide nel 2003, quando Gianpiero Fiorani acquistò l’area delle ex Officine da Abb, sono state notevolmente ridotte dagli strumenti urbanistici introdotti successivamente dal Comune di Lodi. E dunque, secondo la tesi del Banco e dei suoi legali, sarebbero cambiate le carte in tavola. Il tema è complesso e spinoso, perché chiama in causa una delle più grandi aziende industriali di Lodi, la principale banca del territorio e il Comune di Lodi.

Pochi mesi fa, peraltro, la banca ha promosso un nuovo ricorso al Tar (il terzo) nei confronti del Comune, proprio sulla questione delle ex Officine Adda. Non solo, l’istituto di credito nel frattempo entrato nell’orbita veronese avrebbe anche preso contatti con Abb (si parla di una lettera) per vagliare l’ipotesi della restituzione dell’area di San Fereolo. Ad oggi il Comune di Lodi starebbe cercando di arginare la situazione, chiedendo ancora un po’ di tempo al Banco prima di mettere nero su bianco la retrocessione dell’area edificabile ad Abb.

Le ragioni che hanno spinto il Banco a prendere in considerazione la restituzione dell’area sono di carattere economico e di immagine. Ogni anno l’istituto di credito mette a bilancio alcune centinaia di migliaia di euro per le spese connesse ai 34.650 metri quadrati: basta pensare ai costi tecnici di gestione e all’Imu. Questa situazione si trascina dal 2003 ed è evidente che la cifra finora spesa è notevole, se si considera anche il costo dell’abbattimento del vecchio stabilimento e della bonifica. I vertici del Banco, a Verona, si chiedono dunque che senso abbia continuare a sopportare questo costo.

Come dicevamo ci sono anche ragioni di immagine: il Banco aveva chiesto a uno dei più importanti sudi di architettura milanesi (lo studio Boeri) di immaginare un futuro residenziale, commerciale e di servizi per l’immensa area di San Fereolo. Il progetto è stato esaminato dal Comune e ha subito varie modifiche, ma Broletto e banca non sono mai arrivati a un accordo. E dunque, a distanza di undici anni dall’intesa del 2003, ora i “veronesi”(arrivati nel 2007) si chiedono se abbia ancora senso detenere il controllo delle ex Officine, che in questo momento rappresentano solo un costo.

Il tempo per la trattativa fra banca e municipio non è ancora scaduto e i tessitori, al lavoro da anni, sono ancora impegnati. Ma Verona e pure qualche esponente lodigiano del Banco “mordono il freno”. Il conto alla rovescia è partito.

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