EMERGENZA Siamo in inverno ed è già allarme siccità, l’Adda è il corso d’acqua più in crisi

I dati settimanali diffusi dall’osservatorio Anbi confermano la situazione di criticità nelle regioni del Nord, in particolare in Lombardia e Piemonte

È già allarme siccità in tutto il Nord Italia, i fiumi sono in sofferenza, Po e Adda osservati speciali con valori molto al di sotto della media. L’Adda in particolare sembra il fiume più in crisi in questo momento, con valori di portata inferiori a quelli dell’anno scorso, e a circa un terzo della media normale.

Una situazione «clamorosa»

I dati settimanali diffusi dall’osservatorio Anbi, l’Associazione dei consorzi di bonifica, lasciano pochi dubbi. Il deficit idrico del Po supera il 70 per cento, con nuovi minimi storici toccati alle stazioni di rilevamento di Piacenza e Cremona. Addirittura «clamorosa» è definita da Anbi, la condizione dell’Adda: «Anziché registrare fisiologici aumenti invernali di portata, li vede ridursi costantemente fino ad arrivare agli attuali 63 metri cubi al secondo (il 22 novembre erano 155), cioè un valore più basso rispetto all’anno scorso». La portata media dell’Adda è di 187 metri cubi al secondo. A Lodi i livelli dell’Adda rasentano quelli di un’estate secca, con la portata a 30,9 metri cubi al secondo e un livello di -184 centimetri sotto lo zero idrometrico. «I dati settimanalmente diffusi dall’osservatorio Anbi sulle risorse idriche dimostrano che la perdurante crisi idrica del Nord Italia non è una transitoria stagione siccitosa, ma la conseguenza di un ciclo idrico ormai incapace di rigenerarsi naturalmente a causa di cambiamenti climatici sorprendentemente veloci e cui si può rispondere solo con la realizzazione di nuove infrastrutture e l’efficientamento di quelle esistenti» commenta Francesco Vincenzi, presidente Anbi.

Il Nord a secco

A testimonianza della gravità della situazione, ieri si è riunito per la prima volta nel 2023 l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici all’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po insieme alle regioni e le relative agenzie di monitoraggio e tutti i portatori di interesse dell’area padana coinvolti nella gestione della risorsa. «Purtroppo, ciò che è emerso dalle singole relazioni presentate dai relatori tecnici intervenuti al meeting, evidenzia una situazione di conclamato deficit idrico in gran parte delle regioni del Nord, Piemonte e Lombardia in testa» si legge nella nota diffusa dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po.

Il livello dei laghi alpini

A preoccupare sono i livelli di riempimento dei grandi laghi alpini, che già lo scorso anno fu uno dei principali elementi di criticità. «Il livello di invaso dei grandi laghi è generalmente stazionario», spiega l’autorità.

Tra i laghi, rispetto al massimo valore d’invaso, quello che presenta le percentuali di riempimento minore è proprio il Lago di Como, da cui discende il sistema dell’Adda. La neve caduta (a differenza dell’anno scorso) è «comunque risultata scarsa sui rilievi alpini e quindi non sufficiente per alimentare con continuità anche i bacini artificiali deputati alla produzione di energia idroelettrica». La situazione comincia a farsi critica in alcune zone del Nord Italia anche per la falda acquifera sotterranea per uso idropotabile: non è la condizione del Lodigiano, ma nel Biellese e nel Novarese la situazione è critica e l’approvvigionamento è già stato effettuato con autobotti.

Norme da adeguare

Nel corso della seduta il segretario generale dell’Autorità Alessandro Bratti è intervenuto sulla situazione, rimarcando la necessità di intervenire per tempo sulle leve legislative a disposizione della governance distrettuale per poter affrontare le potenziali crisi idriche, sempre più frequenti: «La normativa del 2006 richiede un adeguamento. Sarebbe necessario mettere mano alla legge per incrementare le possibilità di adattamento alle crisi idriche e le opportunità di difesa».

Il livello di severità idrica per il momento è confermato come medio. La prossima riunione è prevista per il 9 marzo.

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