Elezioni, nelle città vittorie previste ma attenti al “fuoco amico”

L’editoriale del direttore Lorenzo Rinaldi

Le rotonde vittorie dei sindaci uscenti di Codogno e Sant’Angelo Lodigiano, Francesco Passerini e Maurizio Villa, erano attese, almeno dagli addetti ai lavori, probabilmente non però in queste dimensioni. Il risultato dice che la maggior parte dei cittadini che si sono recati alle urne domenica e ieri ritiene che il lavoro compiuto negli ultimi cinque anni dai due sindaci leghisti è stato positivo. Passerini e Villa hanno poi certamente beneficiato del traino nazionale che vede la Lega e in generale il centrodestra ancora molto forti al Nord. Quanto al centrosinistra, dopo un esito di questo tipo è necessaria una franca riflessione sul reale radicamento all’interno di due piazze importanti del territorio (Sant’Angelo a dire il vero storicamente è terreno “ostile”), sugli eventuali errori commessi non in campagna elettorale ma su un arco di tempo più ampio e sui candidati messi in campo, considerando che fra pochi mesi, nel 2022, ci sarà la tornata elettorale delle amministrative di Lodi.

Paradossalmente l’ampia vittoria conquistata da Passerini e Villa farà si che i due sindaci si ritroveranno esposti al “fuoco amico” dei partiti e delle liste civiche che compongono le loro coalizioni. Sarà interessante vedere a Codogno come il sindaco leghista saprà tener testa agli arrembanti alleati di Fratelli d’Italia capitanati da Patrizia Baffi (che pure non hanno brillato); stesso scenario a Sant’Angelo, dove oltre a FdI abbiamo l’incognita del gruppo Carlin, un alleato di peso (che ha fatto il pieno di preferenze) all’interno della maggioranza di Villa.

Sullo sfondo di questa tornata si registra poi il calo dell’affluenza, più robusto in alcuni centri, lieve in altri. Nei quattro comuni della provincia di Lodi andati al voto l’affluenza è scesa in media dell’11 per cento rispetto alle amministrative di cinque anni fa. A Sant’Angelo il dato peggiore: nel 2016 l’affluenza era stata del 70,65 per cento, questa volta ci si è fermati al 52,39 per cento, meno 18,26 per cento. Cala l’affluenza anche a Codogno (-5,92 per cento). Crollo nella piccola Merlino, dove c’era un solo candidato, il vicesindaco uscente Giovanni Fazzi (già a lungo sindaco): si è passati dal 75,27 al 60 per cento. Dati preoccupanti e che devono seriamente far pensare, soprattutto quello di Sant’Angelo, dove la disaffezione per la vita civica è plasticamente rappresentata dal fatto che nel 2021 i candidati sindaci erano solo due contro i sei del 2016,i cinque del 2012 e i cinque del 2007. Cosa sta succedendo?

Quanto all’area del Sudmilano, nei quattro comuni al voto si registra un calo dell’affluenza meno sensibile, anche se la base di partenza cinque anni fa era già bassa e, fatta eccezione per Cerro al Lambro, non arrivava al 60 per cento. Il dato più significativo è la vittoria già al primo turno del sindaco uscente di San Giuliano Milanese, Marco Segala, che alla guida della coalizione di centrodestra chiude la partita con un ampio distacco sul principale sfidante, Giorgio Salvo, espressione della alleanza calata su base locale fra 5 Stelle e Pd. Segno evidente che il lavoro di Segala, uno tra i più giovani sindaci dell’area sudmilanese, è stato apprezzato dalla maggioranza dei cittadini che sono andati alle urne. Non a caso la civica del sindaco è stata di gran lunga la più votata nella coalizione.

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