«È tempo di facce nuove in Broletto»

«Ho puntato tutto sui giovani». È quello che ripete spesso Andrea Ferrari, nel tentativo di spiegare ai lodigiani che in Broletto è arrivato il momento di presentare delle “facce nuove”. Dietro le quinte della sua campagna ce ne sono circa cento, ragazzi e ragazze con una scatola gialla in mano per raccogliere le idee dei cittadini.

In questa sfida tutta interna (per ora) al centrosinistra, l’ex assessore alla cultura ha lanciato persino un “ticket” in stile Usa, quello con Simonetta Pozzoli, un’insegnante impegnata nel mondo del volontariato.

Qual è la prima cosa che farebbe per Lodi da sindaco?

«Penserei subito alla famiglia, creando un’agenzia e occupandomi dei problemi non solo all’interno dei servizi sociali. Questo vuol dire strade a misura di carrozzina, parcheggi rosa, spettacoli con prezzi agevolati».

Chi sono i giovani che la sostengono? Perché l’hanno scelta?

«Sono partito da alcune riflessioni su Grillo e sull’antipolitica, mi sono chiesto come recuperare credibilità. E ho puntato tutto sui giovani. Ho chiamato quelli che ho conosciuto in questi anni, si è creato un passaparola che ha dato vita a un gruppo di lavoro che comunque continuerà ad esserci. Hanno circa 24-25 anni, quasi tutti sono impegnati in associazioni laiche o cattoliche, molti sono studenti. Sono spaventati dai partiti e nessuno ha mai dichiarato di volersi iscrivere, hanno però una grande passione civica. Credo mi abbiano scelto perché nei tanti incontri fatti non ho parlato ma li ho ascoltati con attenzione».

Lei si sta ponendo in competizione con l’“apparato” del Pd che sostiene Simone Uggetti. Cosa rimprovera al suo partito?

«La mia storia proviene dal Pds e dal Pd ma oggi deve esserci la possibilità di allargare il ragionamento. Il fatto che mi sostenga anche gente di centrodestra per me è una soddisfazione. C’è una candidatura che certamente è sostenuta dal Pd, la mia non vuole essere una contrapposizione ma un contributo. Spero che si possa andare oltre il Pd e mi auguro che non finisca come a livello nazionale, quando dopo la sfida Bersani-Renzi ci si è accorti che forse con Renzi si sarebbe potuto vincere più facilmente».

Il rinnovamento di cui si sente tanto parlare si vedrà anche dalle nomine, come gli assessori?

«Oggi più che mai è fondamentale proporre volti nuovi, della società civile ma anche dei partiti. Su questo dovremo essere molto rigidi, basandoci su trasparenza e competenza. Non rinnego nulla del passato, ma adesso bisogna partire dai giovani».

Questo vale anche per le partecipate?

«Sì, le nomine devono essere condivise con la città, i cittadini devono capire il senso delle nomine politiche. Le nomine devono essere valutate alla luce di ciò che chiede l’opinione pubblica».

Le rimproverano di essersi battuto per la mafia al Sud ma di non aver preso una posizione forte nei confronti di ciò che accadeva ne Lodigiano. Cosa risponde a questa accusa?

«Più di dieci anni fa ho partecipato alla prima carovana antimafia che usciva dalla Sicilia, facendo diverse tappe in Lombardia. Mi davano del visionario, ricordo ancora la derisione da parte di alcuni sindaci. Con le scuole però è partito un grande lavoro capace di lasciare il segno. Dal punto di vista istituzionale si può aderire ad Avviso pubblico, un’iniziativa che avrebbe dovuto essere fatta nel 2012. Non credo sia particolarmente utile creare una commissione antimafia comunale, penso sia più importante prendere come esempio l’esperienza di altri comuni, come quello di Gela, attraverso protocolli interni alla macchina amministrativa capaci di rendere più difficili le infiltrazioni».

Michela Sfondrini ha rivolto un appello ai candidati: rendere trasparenti le spese elettorali. Ha intenzione di farlo?

«Sì, alla fine farò un report finale. La spesa si aggira attorno ai 3mila-3.500 euro, a questo proposito abbiamo aperto una campagna di donazioni».

È finita l’era Guerini?

«Ringrazio Guerini per l’opportunità che mi ha dato, ormai era nell’aria da tempo il fatto che volasse a Roma. Finisce un modello, Guerini compattava il quadro politico; oggi non c’è una figura altrettanto forte, lo dimostra la presenza di più candidati alle primarie. Ci vorrà del tempo affinché emerga una figura così autorevole».

Greta Boni

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