È scoppiata l’influenza

L’influenza è scoppiata. Nel fine settimana la guardia medica ha registrato un 30 per cento in più di chiamate. Oltre 60 rispetto alle 40 del fine settimana precedente. E anche gli accessi al Pronto soccorso di Lodi e Codogno hanno avuto rispettivamente un 15 per cento in più di lavoro. A scoppiare sono gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri.

La forma che ha messo a letto i lodigiani, nella maggior parte dei casi, è quella gastrointestinale. Intere famiglie, a causa dell’alto potere contagioso del virus, sono state costrette in casa, a riposo. La malattia però ha attaccato anche le vie respiratorie, portando con sè febbri alte e tossi stizzose. Anche gli studi dei pediatri del Sudmilano, in questi giorni, sono super affollati.

«L’influenza è esplosa», commenta di fretta il pediatra di Melegnano Stefano Pirovano. Sono già passate le 20.30 e sta ancora visitando. «Anche io lunedì - spiega il presidente dell’ordine dei medici Massimo Vajani che gestisce l’ambulatorio di Cavenago, Mairago e dei paesi limitrofi -, ho lavorato dalle 8.30 della mattina, con la sola pausa pranzo, fino alle 9 di sera. È un afflusso infinito di gente. I problemi intestinali, poi, sono l’80 per cento dei casi, con o senza febbre. Se è presente si tratta di punte molto elevate, che poi si risolvono in 2 giorni con i soliti antipiretici e anti infiammatori. Il consiglio che do è il solito: bere molto, mangiare in bianco e, se possibile, evitare l’antibiotico. Questo farmaco, infatti, è utile solo nel caso ci sia una sovrainfezione batterica: se il catarro ristagna e si infetta, allora la malattia può degenerare. Senza antibiotici, si può avere una complicazione a livello di cuore, reni o polmoni». Il consiglio di Vajani è di «non fare gli “stacanovisti”, ma di stare a casa in riposo almeno una settimana, per evitare ricadute. Non contagiarsi in famiglia, invece, è difficile - dice -. Bisognerebbe dormire in letti separati, non usare le stesse stoviglie e strofinacci, salvo poi ammalarsi comunque. Il tempo poi, non ci aiuta. Speriamo che nevichi: come dicevano i nostri nonni, la neve spazza via ogni malanno e, dico io, pulisce l’aria dallo smog». «La cosa positiva - commenta il medico di Codogno, Castelnuovo e Caselle Landi, Marcello Natali - è che la campagna vaccinale funziona bene. Le complicanze, infatti, sono ridotte. Ho visto due polmoniti dall’inizio dell’autunno».

«Qui al Pronto soccorso di Lodi - spiega il primario Pierdante Piccioni - abbiamo avuto un 15 per cento in più di visite nel fine settimane. Tra Lodi e Codogno i pazienti sono stati 290, in tutte le fasce d’età. Abbiamo ricoverato solo le persone con la bronchite cronica riacutizzata dal freddo, ma soprattutto dalle polveri sottili. Queste fanno molto più male delle basse temperature». «Nel nostro presidio - aggiunge il primario del Pronto soccorso di Codogno Maurizio Buvoli - l’aumento degli accessi ha riguardato soprattutto i bambini». Il consiglio di Dario Zanoncelli, pediatra e coordinatore della guardia medica, è di non andare in Pronto soccorso per l’influenza, se non c’è un’emergenza, ma di rivolgersi all’ambulatorio 21 della guardia medica, aperto nella terza ala dell’ospedale Maggiore, il sabato e la domenica dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19. «In questo fine settimana - spiega il pediatra -, i nostri ambulatori sono stati affollati. Oggi (ieri, ndr), dalle 13.30 alle 17, dopo aver fatto una selezione telefonica dei casi, devo visitare 30 bambini. Non sono pochi. Alla guardia medica, invece, nel fine settimana, sono arrivate 60 chiamate, il 30 per cento in più della settimana prima. I casi sono tanti, si cerca di dare la precedenza a quelli più urgenti, ovviamente. Se il bambino è generalmente sano, non ha problemi particolari, dico di aspettare 24 ore. Se la febbre non passa, allora è meglio rivolgersi al medico. Salvo pioggia o neve, mi attendo un’ulteriore escalation di casi».

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