È sciopero contro i negozi aperti

ciopero per l’intero turno di lavoro il 25 aprile (domani) e il Primo maggio, perché «le feste sono preziose per tutti, anche per i lavoratori del commercio». È questa la posizione espressa dal segretario della Filcams Cgil Angelo Raimondi, condivisa anche dai colleghi di Fisascat Cisl e Uiltucs. Le tre categorie, infatti, ribadiscono la propria contrarietà rispetto alla “deregulation” delle aperture. Anche quest’anno, infatti, alcune attività hanno deciso di tenere la saracinesca alzata in occasione delle festività. «Dopo oltre due anni di liberalizzazioni degli orari e delle aperture domenicali e festive previste dal decreto “Salva Italia” gli effetti reali e riscontrabili sono completamente negativi - si legge in una nota -. Le liberalizzazioni non hanno portato nessun aumento dell’occupazione, nessun aumento dei consumi ma hanno peggiorato le condizioni di lavoro, impattando sulla vita delle lavoratrici e lavoratori». «Pensiamo che in una situazione di crisi del nostro paese, di crisi dei consumi, in cui molte famiglie e lavoratori vivono sempre più un forte disagio, è fuorviante quanto inopportuno porre al centro la scelta di mantenere i negozi aperti nelle giornate del 25 Aprile e 1° Maggio», aggiungono poi i sindacalisti. Filcams, Fisascat e Uitltucs confermano la necessità di cancellare il decreto sulle liberalizzazioni e riscrivere un sistema diverso di regole per il settore. «Ribadiamo la necessità di affidare la materia delle aperture domenicali e festive e delle aperture commerciali alla competenza delle Regioni e dei Comuni, ricercando una loro equilibrata definizione attraverso il confronto con le parti sociali nel territorio. Crediamo e restiamo convinti che si possa lavorare per un commercio che faccia convivere servizi, sviluppo, crescita e corretta concorrenza in una dimensione meno frenetica, più umana, più rispettosa delle esigenze delle lavoratrici e lavoratori». «Inoltre - aggiungono le organizzazioni -, per garantire a tutti i lavoratori pari dignità e pari diritti e dare la possibilità di celebrare in, maniera adeguata queste importanti ricorrenze e in considerazione del fatto che alcune imprese, soprattutto della grande distribuzione, hanno previsto in maniera del tutto illegittima, in molte lettere di assunzione l’obbligo del lavoro festivo e domenicale, si dichiara, lo sciopero per l’intero turno di lavoro nelle giornate di venerdì (domani, ndr) e Primo maggio».

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