
Due bar svaligiati nel cuore della città
Via contanti e alimentari all’oratorio Cabrini e al Quicksilver
n Forse è stata la medesima banda, oppure un solo ladro che ha potuto attraversare indisturbato nel cuore della notte mezza città armato di una torcia elettrica e di un grosso cacciavite, forse con uno zaino o un borsone per poter trasportare la refurtiva oppure con un veicolo che non ha dato nell'occhio. Nel volgere di poche ore nella notte tra lunedì e ieri sono stati derubati due bar.
Il colpo più eclatante, dato che «è il secondo nel volgere di quattro o cinque mesi», come denuncia il vicario don Edmondo Massari, è andato a segno ai danni del bar dell’oratorio di Santa Francesca Cabrini, alle Fanfani. «Ho sentito suonare l’allarme, saranno state le tre o le quattro di notte - spiega il sacerdote -, ma poi la sirena si è zittita, e ho pensato a un falso allarme poi disattivato dal parroco». Invece, al mattino, la porta d'ingresso del bar appariva forzata, con un cacciavite, e all’interno aveva preso il volo il contenitore con le offerte per il Centro aiuto alla vita, che sembra contenesse al momento meno di 50 euro. Spariti anche alcuni snack, e una bibita in lattina è stata trovata aperta e mezza bevuta, probabilmente proprio dal ladro. Il reperto non è stato acquisito dalla polizia per eventuali indagini con il dna, mentre nel sopralluogo di ieri mattina sono state evidenziate alcune impronte di scarpa da uomo, infangate, come se il ladro fosse entrato in oratorio passando dagli spalti di via Sforza. Ritrovata anche una torcia elettrica abbandonata.
Anche al bar Quicksilver all’angolo tra via Nino Dall’Oro e viale Trento e Trieste l’allarme perimetrale è entrato in funzione ma nessuno dei condomini si è preoccupato per la sirena, che pare sia scattata dopo le due di notte. Anche qui l’infisso, in alluminio, è stato forzato con il cacciavite, e subito la serratura ha ceduto. I malviventi hanno smontato il registratore di cassa e prelevato sia il “fondo” di spiccioli lasciato per dare il resto sia alcune centinaia di euro, l’incasso delle ricariche telefoniche. All’appello ieri mattina, quando la titolare si è accorta che la porta era aperta e ha atteso il garzone con le brioches perché non si fidava a entrare da sola nel bar, mancavano anche alcune bottiglie di liquori piuttosto costosi e delle merendine. C’erano anche segni di scasso sulla porta che conduce a un magazzino, in cantina, che è stato però risparmiato. «Un danno complessivo di circa 2mila euro - spiega la titolare -, pensare che siamo qui da un anno e non era mai successo niente. Il locale si affaccia interamente sulla strada, nessuno però ha visto niente».
Dato che le vetrine del locale sono sotto un portico, i vicini non avrebbero potuto comunque accorgersi degli scassinatori in azione. Alla fine del mese di febbraio era già toccato al bar di fronte, lo Zanzibar, dove, essendoci videopoker e cambiamonete, il bottino era stato molto più ingente.
Carlo Catena
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