Disertata la festa della polizia penitenziaria

I sindacati “disertano” la festa della polizia penitenziaria e si rivolgono all’Asl per chiedere un’ispezione di tipo igienico-sanitaria nell’istituto penitenziario. «Due cani Labrador di grosse dimensioni permangono tutti i giorni, dalle 7 alle 19, nel corridoio del reparto “Olmo”, proprio dove passa il carrello del vitto dei detenuti e dove il personale svolge le proprie attività» si legge in una lettera inviata direttamente all’Asl dal segretario generale del Sappe Donato Capece.

È questa la nuova “offensiva” nei confronti della direttrice del carcere Stefania Mussio, da mesi ormai osteggiata dalla polizia penitenziaria che ne chiede con forza la sostituzione tramite il coordinamento sindacale. La mobilitazione dura dallo scorso gennaio ed è arrivata fino in Parlamento con un’interrogazione al ministro della Giustizia.

La festa della polizia penitenziaria, invece, si è tenuta venerdì. Il comandante del reparto, giunto da poco a Lodi con un altro commissario nelle funzioni di vice, ha evidenziato l’attività operativa svolta dalla polizia penitenziaria di Lodi. La cerimonia si è conclusa con un buffet di dolci preparati dai detenuti. «All’evento hanno partecipato pochissime persone, circa dieci, e tutte le sigle sindacali (Sappe, Uil Pa, Osapp, Sinappe, Ugl Pol.p., Fns Cisl, Fp Cgil, Fsa, Cnpp, ndr) hanno disertato la cerimonia per le motivazioni segnalate nello stato di agitazione - si legge in una nota dei sindacati -. La protesta continuerà a oltranza». Questi i motivi dello scontro: mancanza di corrette relazioni sindacali, grave situazione organizzativa e di carichi di lavoro, aggravarsi di sanzioni disciplinari a carico degli agenti, carenza di sicurezza e igiene. E Dario Lemmo, segretario provinciale del Sappe, aggiunge: «Purtroppo il direttore di Lodi continua con le violazioni. Nel mese di novembre 2013 siamo dovuti ricorrere alla commissione arbitrale regionale (Car, n) per la violazione delle procedure adottate per la scelta del personale da destinare alle attività formative e ad oggi si continuano a constatare le stesse violazioni».

Gli esiti dell’ispezione fatta dal provveditore regionale Aldo Fabozzi non sono ancora state rese note e lo stesso ha demandato la decisione al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, con sede a Roma.

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