Era nato 52 anni fa a Bolzano ma era cresciuto a Milano e dal ’91, con il matrimonio che gli ha dato due figli, era diventato lodigiano a tutti gli effetti. Enrico Furegato, architetto, ora ai vertici della Versalis (gruppo Eni, ex Polimeri Europa) come responsabile di relazioni esterne e comunicazione, si è spento nel primo pomeriggio di mercoledì a Roma, nella mensa di una delle sedi aziendali, dopo una mattinata di appuntamenti nei ministeri. «Un malore fulminante, forse un infarto - spiega la moglie Roberta Vallacchi -. Si è accasciato, lo hanno soccorso alcuni medici che per caso si trovavano lì e il 118 è arrivato subito. Ma non c’è stato niente da fare. Attendiamo l’autopsia». I funerali domani alle 15.30 in Duomo poi la tumulazione al cimitero Maggiore. «Enrico era impegnato in tantissime cose, Emergency compresa, ma non si metteva mai in prima fila», lo ricorda l’amico Giuseppe Stroppa, ex sindaco di Tavazzano, che, avendolo conosciuto come collega in Snam, lo aveva poi voluto assessore all’ambiente. Sua l’ostinazione nell’imporre alla centrale termoelettrica di non usare più olio combustibile, sua la determinazione nel realizzare le piste ciclabili. Era impegnato anche in Ciclodi e vicino al Pd. «Ha incontrato un profugo fuori dal supermercato e l’ha mandato da me a lavorare - ricorda ancora Stroppa -. Tanti parlano, lui, con vera passione civile, agiva. Un esempio per tutti noi». «Era tra i sostenitori del teatro Nebbiolo, come amministratore pubblico e come spettatore - lo ricorda l’attore Giulio Cavalli -. Voleva promuoverlo a livello regionale, aspirava a un Lodigiano in continuo miglioramento». Per anni ha fatto parte dell’ufficio stampa Snam, per passare poi in Eni, dove stava seguendo la riconversione verde del polo chimico di Porto Torres, impegnato anche nella società Matrìca , la joint venture tra Polimeri Europa e Novamont per la chimica verde.
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