«Dio apra gli occhi

a chi può fermare

tutto questo dolore»

Domenica sera in duomo la funzione in cui il capo della diocesi

ha anche ricordato chi

oggi è perseguitato

«Un attimo di silenzio per tutte le vittime innocenti nel mondo in questa giornata e in particolare per il tremendo naufragio che ha colpito tanti infelici di tante età. Chiediamo al Signore di lenire le lacrime e di suscitare le doverose responsabilità in tutti quanti possono intervenire a fermare questo dolore».

Lo ha chiesto il vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti al termine della Veglia diocesana di preghiera per le vocazioni, domenica sera in cattedrale. Così anche i fedeli nel duomo di Lodi hanno ricordato le vittime della sciagura in mare che si è portata via quasi mille migranti in una sola volta. Ma l’attimo di silenzio è stato dedicato a tutte le vittime innocenti.

E tra loro, il vescovo Maurizio ha ricordato anche chi è perseguitato e i martiri cristiani del passato e di oggi. «Sostengano la nostra preghiera - ha esortato -. Proprio nell’ora della prova Dio è fedele. Ogni giorno non pochi nostri fratelli mostrano di non temere chi uccide il corpo, con la suprema testimonianza fino all’effusione del sangue». Alla celebrazione eucaristica hanno partecipato giovani e adulti da tutta la diocesi, il grande coro composito, i seminaristi, i diaconi, l’équipe del Centro diocesano vocazioni con il direttore don Carlo Groppi. Alcune consacrate hanno portato all’altare piccole lampade accese e un’icona. Proprio nell’anno dedicato alla vita consacrata, con il vescovo hanno concelebrato i padri barnabiti e i cappuccini. Ha preso così il via la settimana di preghiera per le vocazioni: oggi (martedì 21) e domani (mercoledì 23) dalle 17 alle 19 in seminario ci sarà l’adorazione per singoli e gruppi; venerdì 24 aprile dalle 21 alle 22. I sacerdoti sono a disposizione per le confessioni. Infine domenica 26 aprile si celebra la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.

Ha detto monsignor Malvestiti nell’omelia: «Vocazione è l’appello del Risorto a trovare casa in Lui, fissando su di lui gli occhi e il cuore, addirittura mangiandolo. Vocazione è la proposta da parte di Dio di questa fortuna: nutrirci della sua identità. È una fortuna che prende forma nella storia, in uno stato di vita che implica il dono di sè, in quella stabilità e definitività che qualificano il vero amore».

Ha poi invitato a pregare per tutte le vocazioni. «Quelle alla famiglia, specie perché i giovani e le giovani si sposino nel Signore. L’amore unico e indissolubile sia fecondo, per la Chiesa e la società. Chiediamo vocazioni alla vita monastica e religiosa e ad ogni altra forma di consacrazione. Coltiviamo le vocazioni laicali, siano lievito di risurrezione perché l’umano riceva il singolare apporto della qualità cristiana delle nostre umili esistenze toccate dalla resurrezione di Cristo. E ovviamente supplichiamo il Signore per le vocazioni al ministero ordinato e in particolare al sacerdozio».

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