Diete facili, il medico deve restare in carcere

Il gip ritiene che liberandolo ci sarebbe il rischio di inquinamento delle prove

Il medico arrestato per traffico di farmaci resta in carcere, il suo assistente ai domiciliari e le farmaciste sospese dal servizio. Il gip di Lodi Isabella Ciriaco non ha modificato le decisioni prese solo pochi giorni fa e ha confermato tutti i provvedimenti restrittivi nei confronti degli indagati, nonostante le richieste di revoca presentate dagli avvocati difensori. In particolare per il medico, R.M. di 36 anni, il timore della procura è che ai domiciliari possa continuare a ricevere persone e a prescrivere farmaci, e che possa inoltre “inquinare” le prove, visto che gli interrogatori dei pazienti come “persone informate dei fatti” sono ancora in corso. Anche per questo il pm che aveva coordinato le indagini, Gianpaolo Melchionna, aveva dato parere sfavorevole alla scarcerazione. Ora, una volta lette le motivazioni delle decisioni di ieri, i difensori potranno presentare una nuova richiesta di revoca, questa volta al tribunale del riesame di Milano. «Dobbiamo ancora vedere gli accertamenti medici e bancari fatti dalla Guardia di finanza per capire nei dettagli cosa viene contestato e le prove raccolte - spiega l’avvocato milanese Roberto Novellino, difensore del medico R.M. e del suo assistente M.P. di Pieve Fissiraga -. Il medico ha sempre sostenuto con forza di aver fatto prestazioni gratuite al massimo a trenta suoi conoscenti, compresa la madre, e che tutte le persone interessate erano realmente obese. Quando avremo in mano le carte valuteremo come muoverci».

Le indagini intanto vanno avanti. L’accusa di base per il medico è di aver prescritto farmaci per grandi obesi, contenenti stupefacenti (un’anfetamina e un barbiturico), a persone che malate di obesità non erano e che volevano solo perdere in fretta qualche chilo. Tutti preparati galenici (anche se in commercio esiste già un farmaco industriale che contiene la stessa combinazione) che arrivavano dalla farmacia Gastaldi di Lodi, per un giro di affari di almeno 200mila euro l’anno. Con lui quindi sono finiti nei guai il suo amico e collaboratore M.P. di 38 anni di Pieve Fissiraga e due farmaciste. La “scure” del gip ha risparmiato invece il titolare dell’attività di corso Roma, a sua volta indagato, per evitare di mettere in difficoltà la farmacia, soprattutto in un periodo critico come quello dei turni estivi.

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