Dieci cuccioli sequestrati dalla Forestale

Una decina di cuccioli di cani di diverse razze sono stati sequestrati in un negozio di animali di un paese dell’Alto Lodigiano, e altri esemplari sono stati recuperati, e anch’essi posti sotto sequestro, a casa di chi aveva recentemente acquistato i cagnolini presso questo negozio: è quanto finora trapela di un’articolata attività del Corpo forestale dello Stato di Lodi, un’indagine coordinata dai pm Armando Spataro e Giampaolo Melchionna.

Un commerciante di animali risulta indagato per l’ipotesi di “traffico illecito di animali da compagnia”, reato previsto dalla legge 201 del 4 novembre 2010, norma nata dal recepimento in Italia della Convenzione europea di Strasburgo del 1987 per la protezione degli animali da compagnia. Al commerciante, L.G., 63 anni, nativo di Camisano (Cremona) viene contestato di aver “ceduto o ricevuto” animali introdotti nel territorio nazionale privi di sistemi per l’identificazione individuale o delle necessarie certificazioni sanitarie o di passaporto individuale, ove richiesto. La legge prevede la reclusione da tre mesi a un anno e la multa da 3mila a 15mila euro.

La Forestale è arrivata al commerciante dell’Alto Lodigiano, la cui impresa risulta al momento inattiva, nell’ambito di controlli a tappeto sul territorio nel campo del commercio di animali domestici, anche se comunque ha dato l’impressione di essere intervenuta a colpo sicuro, forse sulla scia di una segnalazione che resta comunque tutta da verificare nella sua attendibilità. La principale contestazione sembra essere relativa a irregolarità nella gestione dei chip sottocutanei che identificano gli animali: si sospetta che vi possano essere stati degli interventi di sostituzione di queste minuscole capsule che contengono il codice elettronico identificativo dell'animale, o, comunque, difformità nella gestione dei dati. Il commerciante si è affidato a un avvocato specializzato nelle normative a tutela degli animali, Federico Soldani del foro di Vigevano, che al momento preferisce non rilasciare dichiarazioni. Il sequestro era stato disposto dall’autorità giudiziaria il 20 settembre, e i cuccioli, inizialmente lasciati in custodia all’indagato, sono stati poi trasferiti in un canile indicato dalla magistratura, in attesa che si chiariscano i fatti. Se si arriverà a una sentenza di condanna, gli esemplari potrebbero venire confiscati. Dopo il sequestro però il commerciante ha adito il tribunale del Riesame per chiedere di annullare il provvedimento. La tesi sostenuta innanzi al tribunale sarebbe quella di una piena regolarità della “chippatura” dei cuccioli, con relativa puntuale segnalazione all’anagrafe canina delle operazioni di compravendita. Il verdetto è atteso per i prossimi giorni.

Carlo Catena

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