Dengue, salgono a quattro i casi positivi a Castiglione: «Ma dopo il Covid resistiamo» VIDEO

Il nuovo paziente, un ultra 80enne lodigiano, abita come gli altri a duecento metri di distanza dal primo contagiato

Salgono a 4 i contagi accertati del virus Dengue a Castiglione. Tutti di pazienti autoctoni residenti nel raggio di 200 metri di distanza dal primo caso, tra via Principe Amedeo e via delle Mondine.

CASTIGLIONE Salgono a 4 i casi del virus Dengue trasmesso dalla zanzara. Video di Cristina Vercellone

Sulla bacheca digitale, in piazza, lampeggia l’avviso sulla campagna di disinfestazione e un invito a non lasciare i ristagni d’acqua in giardino. «Anche il parroco l’ha detto in chiesa, alla messa delle 18 di domenica, di non lasciare acqua stagnante negli orti - commenta una donna -, sono passata in via Benzoni, invece, ho visto un giardino con una vasca piena. I consigli delle autorità sanitarie e anche del parroco vengono disattesi». Una donna in bici si avvicina. Castiglione, già cuore della pandemia da Covid, all’inizio della prima ondata, è ancora una volta al centro di un problema sanitario, anche se, dicono i medici, questo focolaio non ha niente a che vedere con l’emergenza del Coronavirus.

Il primo caso di Dengue ha coinvolto un paziente di 72 anni il 18 agosto, ricoverato poi a Crema, il secondo, invece, una bimba di 3 anni ricoverata in pediatria a Lodi e il terzo un operatore dell’Asst che preoccupato per i primi 2 episodi ha fatto un test in ospedale ed è risultato positivo. Ieri si è aggiunto anche il quarto caso, quello di un castiglionese di oltre 80 anni, anch’egli residente come gli altri nel raggio di 200 metri dal primo. L’uomo, ricoverato da alcuni giorni, è in via di miglioramento.

«Mio marito se l’è vista brutta»

Una donna, in bicicletta si avvicina. «È mio marito Emilio Grazioli il primo contagiato da Dengue - dice la signora Giuseppina Visigalli -. Aveva la febbre alta, i tremori, non riusciva a muovere le gambe. Siamo andati in pronto soccorso a Lodi, intorno alle 7.30 della mattina. È stato sottoposto agli accertamenti e alle terapie ed è stato dimesso». La donna però non era tranquilla. Nelle ore successive ha chiamato un neurologo e il marito è stato ricoverato. «L’hanno portato a Crema. Subito pensavano avesse la meningite - dice -, poi hanno scoperto che era Dengue. Ieri gli operatori dell’Ats sono venuti a casa nostra. Hanno fatto il prelievo e hanno mandato il nostro sangue a Roma. Noi andiamo sempre in giro in bicicletta, alla Muzza, a Turano, qua nella Bassa. Forse si è contagiato così». Suo marito era già stato due mesi e mezzo in ospedale in seguito al Covid. La donna indica il bar dove si sono contagiati i primi pazienti che poi hanno perso la vita. «Ci sono stati 15 morti qui - dice -, se n’è andato anche il barista. Noi ci siamo salvati, ma dopo il Covid mio marito è andato incontro a delle depressioni».

La poesia salverà il mondo

Anche il pensiero di Lucia Lombardini va subito al Covid. «Ero venuta in contatto con dei pazienti che poi deceduti - ricorda la donna che vede un’ancora di salvezza nella sua vena poetica - facevo le iniezioni nelle case io. Mi aveva chiamata l’Ats per dirmi che il mio paziente era positivo. Io poi mi sono contagiata, ma in forma leggera nell’ottobre successivo. Il mio problema sono le punture delle vespe. Quando vado a mettere i bollettini della parrocchia nelle cassette delle lettere mi pungono. Di solito supero le paure scrivendo poesie. Senza poesia finisce il mondo».

Nonostante il Covid, a Castiglione qualcuno protesta ancora per le vaccinazioni e il green pass. «Io sto bene - dice un uomo -, adesso non vado certo a fare il prelievo». Mario Gaddia, seduto sulla panchina di fianco cerca un po’ di fresco dall’afa agostana: «Mio fratello - dice quest’ultimo, impegnato da una vita con il San Biagio calcio - è uno di quelli che frequentava questo bar e che è morto di Covid; non so se vado a fare il prelievo per Dengue adesso».

A ruba i repellenti

Un uomo si affretta fuori dalla farmacia e inforca la bicicletta, nel sacchetto ha una confezione di repellente contro le zanzare. «Io sono sempre in campagna- dice -, cerco di proteggermi così». «La vendita dei prodotti contro le zanzare è aumentata - conferma la dottoressa Anna Scandelli, dipendente della farmacia -; in paese c’è preoccupazione sono venuti a chiedere come aderire allo screening. C’è interesse per la campagna che è anche gratuita». Un gruppetto di amici chiacchiera di fronte a una serranda abbassata. «Lo screening? - dice il primo -, ma va, io vengo punto 60 volte al giorno, sarei già morto e ho fatto gli ultimi esami del sangue 40 anni fa». Lui e gli amici si lamentano per il dissesto ambientale che ha modificato l’ecosistema.

In edicola giornali a ruba

In questi giorni il bisogno di essere informati aumenta. Alle 11 la mazzetta del «Cittadino» sul bancone dell’edicola era di molto assottigliata. Una cliente è preoccupata, ne ha passate di tutti i colori. «Prima il Covid e adesso la zanzara - dice -, mio marito si era rotto il femore durante la pandemia, era stato operato, ma poi si è contagiato in ospedale ed è morto». Andrea Pavesi, 26 anni, figlio di un medico dell’Asst è tranquillo: «Mio papà mi tiene aggiornato - dice -, so che è curabile e che all’estero c’è anche un vaccino che eventualmente potrebbe arrivare qui se servisse. Mio papà è già andato questa mattina a Codogno per lo screening, andrò anche io».

Allerta per i bambini

Una mamma spinge il passeggino con due bambine, nella borsetta dei pannolini, spuntano i tappi di due bombolette di anti zanzare. La donna si lamenta per il ritardo nella disinfestazione comunale. Un gruppo di donne cammina e commenta gli articoli apparsi sul «Cittadino». «Stiamo parlando proprio adesso dello screening - dice Nicoletta Grossi mentre agita la bambola della figlia -, quando ho sentito che era stata ricoverata una bambina sono andata in ansia».

Sos anche per la West Nile

Ai casi di Dengue, in questi giorni, si è aggiunto l’allarme anche per le 6 infezioni da West Nile e gli altri accertamenti in corso. I veterinari del’Ats hanno piazzato le trappole per tracciare la presenza della Dengue, mentre per quanto riguarda la West Nile, ormai il Lodigiano è considerata zona endemica e le trappole non sono più necessarie.

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