Dalle Ceneri verso la Pasqua

Ieri sera in cattedrale

la celebrazione religiosa

che per la prima volta

è stata guidata da

monsignor Malvestiti

«L’austero rito dell’imposizione delle Ceneri distingue il primo giorno di Quaresima per assicurarci che mai andremo perduti. A ridursi in polvere saranno i progetti del mondo e i progetti della stessa morte. Custodiamo l’invito di Gesù a fare verità in lui. Egli esige per ogni gesto di conversione e fraternità la corrispondente sincerità nelle intenzioni. Egli ha deciso per amore di trarre ognuno di noi dalla polvere alla vita senza fine».

Ecco il messaggio del vescovo di Lodi all’inizio del periodo della Quaresima, celebrato ieri sera in cattedrale con la Messa e il rito di benedizione e imposizione delle Ceneri. Dopo l’omelia monsignor Maurizio Malvestiti per primo ha chinato il capo per ricevere le Ceneri, poi le ha imposte al vicario generale monsignor Iginio Passerini, al presidente del Capitolo monsignor Piero Bernazzani, ai superiori del seminario, ai sacerdoti della parrocchia della Cattedrale, e via via ai diaconi, agli alunni del seminario, ai bambini della parrocchia e ai fedeli convenuti in cattedrale.

La Messa è stata animata dal coro degli scout e dei giovani e dal coro della parrocchia e ripresa dalle telecamere di Telepace. È iniziata così la Quaresima, che porterà fino alla settimana santa e alla domenica di Pasqua, il prossimo 5 aprile. «Nel salmo Miserere chiediamo un cuore e uno spirito nuovi. “Perdonaci, Signore, abbiamo peccato”: è la supplica quotidiana, mentre aspiriamo umilmente, in spirito, anima e corpo, al perdono in Gesù, il quale sempre ricrea nella gioia e nella pace. Ci accompagnano in questo cammino verso la Pasqua - ha detto il vescovo - i martiri cristiani, compresi i nostri fratelli copti, che mettono sulle nostre labbra la loro ultima invocazione: “Gesù, aiutaci!”. Cari ragazzi e cari giovani - ha aggiunto monsignor Malvestiti - non voglio intristire la vostra vita, ma voglio consegnarvi questo dono: la preghiera, l’ultima invocazione dei martiri copti. Sia così in vita e in morte e il loro sangue sia seme di nuovi cristiani. Con la Vergine Addolorata, maestra e madre fino alla Croce, sapremo leggere nel dolore del Figlio e in ogni nostra contrarietà quella speranza sicura, grande ed eterna speranza che Dio, e solo Lui, può rappresentare per ogni uomo e ogni donna tratti dalla polvere per la vita senza fine».

E al centro dell’omelia di monsignor Malvestiti nel primo giorno di Quaresima c’è stata anche l’invocazione al silenzio. «Si fermino le parole umane, specie tra i figli della Chiesa: si ascolti il silenzio del Signore e dello sposo, di colui che va alla Croce conducendo con sé ogni nostra prigionia e restituendo a ciascuno la piena libertà, quella, appunto, dei figli di Dio», ha detto. E ancora: «Sia l’assemblea a rendere grazie e ad accogliere il dono del silenzio, perché i singoli approdino alla conversione del cuore e della vita. Oggi è “il giorno della salvezza” - ha citato -. Attingiamo la grazia del silenzio dalla divina liturgia. Ognuno si imponga per amore questo impegno: fare posto alla Parola di Dio, che commuove lo spirito e muove i passi fino alla frazione del pane. Se noi riusciamo a fare questo silenzio, sarà il Signore “ad aprire le labbra perché la bocca proclami la sua lode” e la lode sarà vera perché generata dallo Spirito Santo nell’autenticità del cuore e farà fiorire nella vita rendendola penitente, poi coerente e finalmente sollecita verso tutti».

Ha infine pregato: «Chiediamo a Dio di vincere ogni nostra ipocrisia, poiché vede nel segreto e sa ricompensare. Il digiuno parta dal cuore. Le rinunce, le privazioni e i sacrifici tenteranno di ricomporre la giustizia infranta dall’egoismo, ma dovranno prima di tutto esprimere la certezza che Dio nel suo Cristo ci ha dato “tutto”. L’elemosina sia la nostra risposta a Gesù, che nulla ha trattenuto per sé, e che avviciniamo nei più bisognosi e sofferenti».

Al termine della Messa è stato distribuito il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2015.

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