Da marzo il “118 dimezzato”

Verrà accorpato a Pavia: «Ma il servizio migliorerà»

Ancora pochi mesi e la centrale operativa del 118 sparirà. Tutte le telefonate con richiesta di soccorso arriveranno a Pavia. Da lì saranno inviati i medici e gli infermieri, con i rispettivi mezzi. Secondo il responsabile dell’attuale centrale operativa Giorgio Beretta, però, per i cittadini della provincia di Lodi «il servizio offerto non cambierà, anzi avrà un miglioramento. Avremo un’auto in più: 2 mezzi di soccorso intermedio (con a bordo almeno 2 soccorritori e un infermiere, ndr), di giorno, 2 mezzi avanzati, o automedica (con un infermiere, un medico e un’autista, ndr) per 24 ore e un mezzo di soccorso intermedio di notte. Le automediche adesso erano 3, ma nella nuova organizzazione serviranno di meno: gran parte dei soccorsi, infatti, verranno effettuati da infermieri che hanno seguito un corso di formazione severo. Gli infermieri saranno guidati, negli interventi, dal medico della centrale. Anche in caso di infarto. La prima terapia del dolore toracico, infatti, può essere fatta benissimo dall’infermiere. La diagnosi sarà individuata, invece, sulla base della rilevazione strumentale, dal medico della centrale. Ormai le terapie sono estremamente codificate, in base a linee guida mondiali. La medicina d’urgenza, ormai, lascia poco alla fantasia individuale e lavora molto per protocolli invalidati scientificamente». A Lodi resterà quella che è stata definita Aat, Articolazione aziendale territoriale. «Gestiremo il rapporto con i soccorsi e il soccorso vero e proprio. Non dovendo più seguire la parte burocratica relativa alle telefonate, avremo più tempo per occuparci della clinica, in collaborazione con il pronto soccorso di Lodi da subito e, successivamente, anche con quello di Codogno. L’attività in Pronto soccorso sarà organizzata in modo tale da essere liberi quando ci chiameranno sugli eventi. Probabilmente saremo organizzati a rotazione tra il 118 e il Pronto soccorso. In tutto, attualmente, abbiamo 27 persone tra infermieri e operatori e 10 medici, oltre a circa 40 gettonisti suddivisi al 50 per cento tra medici e infermieri. Nella nuova riorganizzazione, 6 o 7 persone saranno ricollocate in altre unità operative e gli autisti guideranno i mezzi infermieristici. Di certo, chiuderemo la centrale operativa non prima di marzo e quando tutti i problemi tecnici saranno risolti. La nuova articolazione sarà ubicata nel nuovo Pronto soccorso. I nostri attuali spazi, al sesto piano del Maggiore, saranno destinati ad altre funzioni. È per questo che siamo tra i primi, dopo Lecco, a chiudere la centrale operativa».

È la delibera 1964 a parlare di un milione e mezzo di abitanti per centrale operativa. Da 12, quindi, in Lombardia, le sale operative diventeranno 4: oltre a Pavia, anche Milano, Como e Bergamo. Gli eventi che ogni anno vengono gestiti dalla centrale operativa di Lodi, sfiorano i 50 mila. «Per esattezza - spiega Beretta - quest’anno sono stati 48mila, come l’anno scorso. Gli incidenti stradali, invece, sono aumentati, passando da 650 a 779. Gli incidenti domestici, invece, sono stati 2328 e i malori, 12 mila, il 30 per cento dei quali infarti e altrettanti dispnee. La guardia medica ha gestito 16 mila eventi, mentre l’automedica è intervenuta 5mila volte nell’arco dell’anno». Un carico di lavoro, con la riorganizzazione, destinato probabilmente ad aumentare sempre più.

Cristina Vercellone

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