Da Lodi una ricerca contro la leucemia nei bambini

Una molecola che cura la leucemia linfoblastica acuta nei bambini. Si tratta dell’asparaginasi ed è già presente sul mercato sotto forma di farmaco anti tumorale. I suoi limiti però sono ancora evidenti. Per questo la studiosa lodigiana 46enne Claudia Scotti e il suo gruppo di ricerca dell’università di Pavia vogliono modificarla e renderla sempre più efficace contro la leucemia. Per farlo però servono soldi. Come sempre quelli pubblici destinati alla ricerca sono insufficienti.

Scotti, che è specializzata in oncologia e ha un dottorato in cristallografia macromolecolare alle spalle, ha lanciato, insieme al suo gruppo, un crowdfunding, ovvero una raccolta fondi per sostenere la ricerca.

La sua collega Maristella Maggi, originaria della Basilicata, ha individuato l’associazione “Gian Franco Lupo. Un sorriso alla vita” che ha voluto offrire 10mila euro.

Nella giornata di oggi, alle 16, nell’aula seminari di palazzo Botta 2, in via Ferrata 9, a Pavia, si svolgerà un incontro tra i rappresentanti dell’associazione e i ricercatori guidati dal medico di Lodi.

L’associazione presenterà le sue attività e il gruppo del dipartimento di medicina molecolare illustrerà il suo progetto.

La dottoressa di Lodi e le sue colleghe collaborano con il San Matteo di Pavia e il Los Angeles children hospital. «Le cellule tumorali - spiega Scotti - dipendono da alcuni aminoacidi come l’asparagina. L’asparaginasi è in grado di distruggerla fermando così la leucemia. Purtroppo però questa molecola commercializzata sotto forma di farmaco chemioterapico ha ancora dei limiti. Essa, per esempio, allo stato attuale, provoca patologie come la pancreatite acuta, piuttosto che una serie di reazioni allergiche. Tutti questi effetti dipendono dalla costituzione della molecola. Per questo noi vogliamo modificarla. Al momento stiamo facendo delle prove in vitro. I risultati ci sono. Siamo riusciti, infatti, a trovare delle molecole più resistenti rispetto a quelle in commercio».

La leucemia linfoblastica acuta è una malattia “rara”: colpisce 1 o 2 nuovi casi su 100mila all’anno. «Trattandosi però di bambini - annota Scotti - ha un rilievo drammatico. Esiste un forte interesse nell’individuare un trattamento che risolva il problema. Per la terapia poi sono necessarie diverse iniezioni di asparaginasi. Noi vogliamo fare in modo che per curare un bambino sia sufficiente una sola iniezione. Io e le mie colleghe lavoriamo a questo progetto da 7 anni. Abbiamo pubblicato anche su “Plos One” e altre riviste di fama internazionale. Ora abbiamo aperto una raccolta fondi per andare avanti e salvare i bambini ammalati».

Le risorse offerte dalla “Gian Franco Lupo” sono importanti, ma non bastano ancora.

Chi volesse finanziare questa ricerca può rivolgersi a “Dona pure” su: www.gofundme.com/pedALL.

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