“Cura dimagrante” per i postini

Bolognesi e Blasi: «I portalettere passeranno da 112

a 94, saranno ricollocati con altre mansioni ma

il settore soffre già per la mancanza di personale»

Cura dimagrante in vista per i portalettere, Poste Italiane è intenzionata a far partire l’ennesima “rivoluzione” nel settore del recapito. «Per carità, nessun licenziamento - fa sapere la Uil attraverso il segretario provinciale Santo Bolognesi e il segretario di categoria Francesco Blasi -, ma le ripercussioni ci saranno, eccome! Se già ora la posta è una lumaca, e non per colpa dei postini, con bollette che spesso arrivano già scadute, la situazione non potrà che peggiorare. Si passerà dagli attuali 112 postini a 94».

Al personale coinvolto nella riorganizzazione sarà assegnata una mansione diversa.

L’azienda ha deciso di ridurre le zone di recapito a causa di una diminuzione del volume della corrispondenza, stimato attorno al -25 per cento. «Non abbiamo siglato l’accordo perché questo piano non prevede investimenti - denuncia Blasi - ma comporta pesanti conseguenze su un settore che non funziona a causa della carenza di personale. Non condividiamo questo disastro e non vogliamo diventare complici di una dismissione annunciata. Il comparto deve essere rilanciato con investimenti».

Il centro Lodi Fascetti passerà da 53 zone di recapito a 45; se Casalpusterlengo perderà 7 postini, Sant’Angelo ne avrà 2 in meno. In poche parole, un numero inferiore di portalettere dovrà gestire aree più ampie. «In questa zone la situazione sarà peggiore, perché il personale non riesce a far fronte ai carichi di lavoro». Alcuni uffici dovranno essere necessariamente accorpati: «Ci opporremo con determinazione - dichiara Blasi -, perché per i portalettere tutto questo significherà macinare dei chilometri per rifornirsi della posta, proprio mentre aumenta la corrispondenza da distribuire». Bolognesi e Blasi esprimono preoccupazione per la qualità del servizio: «Questi portalettere saranno messi nell’impossibilità di consegnare la corrispondenza nei termini previsti dalla legge - spiegano -. Si rischia il caos più totale e a farne le spese saranno utenti e lavoratori. Con questo accordo i postini in eccedenza cambieranno mansione portando il servizio allo sfacelo».

Sull’argomento interviene anche il segretario regionale di Uilposte Nino Alesci, il quale sottolinea che nel caso in cui questa riorganizzazione dovesse essere messa in pratica «sarebbe un disastro».

Le “eccedenze” da ricollocare, secondo la Uil, sarebbero 6mila a livello nazionale e 712 in Lombardia.

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