Cultura in tempi di crisi: è necessaria?

Negli ultimi anni le iniziative culturali nel capoluogo si sono moltiplicate, da Lodi al Sole al Festival dei comportamenti umani. È giusto spendere per la cultura, anche in momenti di crisi? Quali iniziative è necessario promuovere? Quali aspetti della città di Lodi è giusto valorizzare? Come trovare le risorse per promuovere eventi?

Ecco cosa ne pensano i sette candidati al Broletto.

CONIA Ecco il sogno-progetto di Domenico Conia dei 5 Stelle: proporre un bando per la selezione dei progetti culturali più innovativi per la città. «Scenderemo in piazza con il nostro bando, le idee dei cittadini saranno indirizzate alla sede del Comune di Lodi, che per la prima volta rappresenterà il centro dei saperi dei lodigiani. Il miglior progetto non sarà giudicato da una Commissione di super esperti, super pagati. Sarà scelto dalla popolazione. La Commissione sarà composta da una rappresentanza significativa della popolazione. Tutto questo sarà fatto grazie al contributo dei super esperti ma non super pagati del nostro ufficio statistico». Una proposta a cui si aggiungono la valorizzazione delle fattorie didattiche, l’apertura di musei e palazzi durante i giorni festivi, l’insegnamento ai ragazzi della “cultura del verde”.

DARDI «Non si fa cultura solo per creare occupazione e attrarre turismo. Gli eventi senz’anima, fatti solo con stile mediatico, hanno fatto il loro tempo. Occorre offrire un’offerta qualificata», dichiara Andrea Dardi di Fratelli d’Italia, il quale partirebbe dalla valorizzazione di ciò che già c’è: «Occorre rimettere mano al sistema del Museo Civico, al recupero della Lodi Murata e della Lodi Sotterranea, oggi numerosi simboli della storia medioevale stanno cadendo a pezzi. Porta Regale, la Pusterla di San Vincenzo, la Pusterla di Federico II, le mura del fossato del Castello sono in completo stato di decadenza. I percorsi della Lodi sotterranea sono una risorsa preziosa per la città, un’attrazione unica nel suo genere». Come? Con il “mecenatismo d’impresa”: le aziende sponsorizzano i restauri. Una ricetta a cui Dardi aggiunge gli eventi di rete con le città vicine e il gemellaggio Lodi-Siracusa.

COMINETTI «Cultura significa tutela del patrimonio della città e capacità di farlo apprezzare, come ad esempio la Lodi Murata e Sotterranea, che può funzionare come volano turistico ed economico. Ma ci sono le tradizioni popolari, il talento dei lodigiani, la loro capacità di eccellere nelle più diverse forme espressive», afferma Giuliana Cominetti. «Purtroppo oggi dobbiamo fare i conti con risorse economiche esigue, di qui la nostra idea di una cultura a costo zero, che sappia creare un circuito dove la città di Lodi si trasformi in una galleria a cielo aperto. Concretamente, vogliamo valorizzare i grandi nomi dell’arte locale ma dare spazio ai talenti emergenti. Pensiamo poi a una “Casa dell’arte’’, un centro di aggregazione e di sperimentazione, uno spazio aperto a chiunque. Sul fronte teatrale, il nostro intento è incentivare una platea sempre più ampia, affiancando ai protagonisti del panorama nazionale le compagnie teatrali locali».

TADI «Serve un cambiamento radicale di rotta, con una gestione diretta da parte delle associazioni locali, che hanno dimostrate di operare con successo». Sergio Tadi vorrebbe che «il teatro alle Vigne diventi il centro propulsore delle realtà teatrali locali, che gestirebbero direttamente il teatro». Per le manifestazioni di respiro più ampio, si potrebbe trovare un accordo con la banca per svolgerle all’interno dell’auditorium. «Lodi al Sole dovrà dare risalto al panorama delle compagnie e delle associazioni locali, contribuendo al rilancio del turismo. Il festival del tromp l’oeil e il Palio possono ritagliarsi anche a livello internazionale un buon seguito, con la stretta collaborazione tra associazioni culturali. Vogliamo rendere la città più attrattiva, oltre i confini territoriali».

BUZZI «Vogliamo parlare della biblioteca, costata una cifra incredibile perché si sono sbizzarriti nell’acquisto di cose fuori mercato?», attacca Stefano Buzzi di “Lodi che verrà”. «Va bene ristrutturare, ma bisogna essere sobri, soprattutto oggi. Cultura è anche promuovere borse di studio, per esempio. Noi vorremmo riportare Lodi in un circuito turistico-culturale virtuoso, anche per favorire l’afflusso da parte di coloro che arrivano da fuori». Come? «Si deve valorizzazione il patrimonio architettonico, soprattutto all’estero, dell’Adda, della via Francigena, un’integrazione più virtuosa in un panorama internazionale. In questi anni abbiamo assistito a una cultura sbilanciata a sinistra. La cultura per me non è di destra né di sinistra ma di tutti».

UGGETTI «Dopo l’importante lavoro di recupero della nuova Biblioteca Laudense - dice Simone Uggetti -, puntiamo a farla divenire vero e proprio luogo di aggregazione sociale, con ampliamento dei servizi e degli orari, con aperture serali. Rinnovata attenzione verrà assicurata alla programmazione del teatro alle Vigne, in particolar modo alla presenza in cartellone di spettacoli per famiglie. E ancora, completeremo la nuova sede del Museo Civico presso l’ex Cavallerizza. In generale sarà poi per noi essenziale il coinvolgimento delle realtà locali nella co-progettazione degli eventi, dai Festival dei Comportamenti Umani e della Fotografia Etica a Lodi al Sole, ai tanti eventi che porteranno “Le periferie al centro”: non si tratta per noi solo di uno slogan elettorale, ma di un modo di concepire e valorizzare gli spazi in cui la gente vive e in cui trascorre la maggior parte del proprio tempo».

STALTARI Sono diversi i progetti che il candidato sindaco di Unione popolare annuncia per rivitalizzare la cultura in città. «A Lodi ci sono dei teatri che sono vecchi, hanno bisogno di manutenzione e di essere messi in sicurezza – spiega Francesco Staltari – credo sia poi necessario costruire un nuovo polo culturale, che possa unire cinema, spettacoli e un punto di ristoro. Potrebbe essere una struttura pubblica a servizio della cultura, con anche uno spazio per i più piccoli, dove i bambini possono giocare in sicurezza, in modo che le madri possano stare tranquille. Una delle zone più idonee per questa realizzazione è l’area nei pressi dell’università, dove arriveranno diversi studenti nei prossimi anni».

Greta Boni, Matteo Brunello

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