Crisi, la cassa ingrana la “retromarcia”

A Lodi pesante diminuzione nell’utilizzo degli ammortizzatori

Una brusca inversione di tendenza per la cassa integrazione, che per una volta ingrana la retromarcia. A Lodi si è verificata una delle diminuzioni più rilevanti nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, un calo del 76,3 per cento che piazza la provincia al terzo posto nella classifica nazionale, preceduta solo da Isernia con -82,70 per cento e da Crotone con -78,9 per cento. A maggio, rispetto al mese precedente, le ore autorizzate sono scese del 99,4 per cento per la straordinaria e del 50,2 per cento per la deroga, l’unica in salita è l’ordinaria che registra un più 1,5 per cento. Complessivamente si tratta di 155.517 ore, contro le 657.204 di aprile.

I dati sono stati raccolti dalla Uil, che ogni mese stila un bilancio nazionale della crisi. Per quanto riguarda Lodi, la stessa tendenza al ribasso nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali si verifica anche confrontando i numeri di quest’anno con quelli dell’anno scorso. In generale, le ore di cassa integrazione sono calate del 75,2 per cento: la straordinaria segnala -99,3 per cento, la deroga -67,1 per cento, mentre l’ordinaria mostra ancora il segno più, crescendo del 295,7 per cento. Si è passati dalle 627.210 ore del 2010 alle 155.517 ore del 2011. Ancora una volta Lodi si conferma al terzo posto della graduatoria nazionale per la diminuzione più alta, al primo posti si trova Asti con -80,20 per cento e al secondo posto Livorno con 77,7 per cento.

A dover sopportare il colpo più duro è l’industria, che quest’anno sta collezionando il maggior numero di ore di cassa, pari a 104.316 nel mese di maggio. Anche l’artigianato non scherza, con 23.711, mentre commercio ed edilizia superano le 13mila ore.

Se si guarda l’andamento degli ammortizzatori sociali nel corso degli ultimi tre anni, considerando solamente i primi cinque mesi, si nota che il bagaglio di ore è passato dalle 671.035 del 2009 a quasi 2 milioni di ore del 2010, per poi raggiungere 1 milione 831mila ore nel 2011.

Santo Bolognesi, segretario provinciale della Uil, non esulta ma è comunque ottimista. «Qualcosa si sta muovendo - commenta -, ci preoccupa sempre la cassa in deroga, soprattutto perché gli artigiani e i piccoli imprenditori soffrono ancora la crisi. L’area milanese sta facendo da traino. È il momento giusto per dare una scossa agli investimenti, il sistema bancario deve fare la sua parte e, al di là delle polemiche, tornare a investire sul territorio».

Proprio la settimana scorsa si è riunito il tavolo dello sviluppo: «Sono state poste delle basi interessanti - sottolinea Bolognesi -, con proposte ancora da definire ma che potrebbero ottenere dei finanziamenti regionali. È il caso di passare dalla fase di progettazione a quella di realizzazione. Si sta ragionando in vista dell’Expo, prendendo in considerazione il settore agro-alimentare e quello dello agro-energetico. L’Eire, la fiera internazionale dove sono state promosse le aree dismesse, è andata bene, bisogna mettersi in competizione, limitare la burocrazia e renderle appetibili. È possibile invertire la tendenza al pendolarismo e creare occupazione sul territorio».

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