Crisi in Broletto, i 5 Stelle: «Pronti a governare Lodi»

Pronti per scalare palazzo Broletto. I Cinque Stelle sono ottimisti: «Il nostro successo dipende solo dalla voglia di cambiamento dei lodigiani». Da quanto, cioè, sono disposti a voltare pagina una volta aperte le urne. A parlare per il Movimento è il consigliere comunale uscente a Lodi, Luca Degano, 46 anni e senza “precedenti” in politica. Specifica subito che è il portavoce di un gruppo e sottolinea che gli attivisti sono sempre più apprezzati sul territorio: «Lo dimostrano le tante segnalazioni che ci arrivano». Il giudizio finale dopo tre anni in aula? «Il Pd ha ridotto il consiglio comunale a un teatrino in cui gli attori recitavano la propria parte, rinnegando o addirittura azzerando spesso il proprio credo».

Più volte i Cinque Stelle hanno bussato alla porta di Procura e Corte dei conti a suon di esposti. Tra le battaglie più celebri la rimozione dell’amianto all’ex Cetem, la trasparenza sulle partecipate e sulla nuova piscina, il bar del Paesaggio e la lotta contro l’impianto gas di Cornegliano. «Grazie all’onorevole Danilo Toninelli, inoltre, molte questioni sono arrivate all’attenzione del Governo», puntualizza Degano.

Gli avversari politici sostengono che facciate più opposizione in Procura che in consiglio comunale. È così?

«Il consiglio comunale è un luogo in cui in realtà le cose sono già state decise dalla maggioranza, e in particolare da quest’ultima maggioranza, poco propensa ad accogliere le proposte dell’opposizione. Le nostre contestazioni, comunque, non sono di tipo politico: per denunciare comportamenti che secondo noi meritano l’attenzione delle Procure è a loro che ci rivolgiamo».

Questa è stata la vostra prima esperienza in Broletto, tra i banchi del consiglio comunale. Avete cambiato tre consiglieri, come mai? E che bilancio fate di questa esperienza?

«Eravamo partiti male, anche perché nessuno di noi era mai stato prima in Comune e non sapevamo come funzionava l’intera macchina. Ecco perché il primo periodo non è stato facile, inoltre Conia si è dimesso per motivi di lavoro, Fenocchi per incomprensioni interne al Movimento. Io sono il portavoce, ma dietro di me c’è un gruppo e ci sono voluti mesi per ingranare. Lo spazio in consiglio comunale è minimo, a meno che non si tradisca il mandato degli elettori e si passi dall’altra parte, come hanno fatto Tadi, Milanesi, Ghizzoni e Santantonio».

Come state cercando di farvi conoscere sul territorio?

«Nel Lodigiano e Sudmilano siamo ben rappresentati, abbiamo gruppi a Sant’Angelo, Casale, Codogno, Maleo, Sordio, Melegnano, Vizzolo e Carpiano. In ogni realtà si analizza una problematica e si verifica se riguarda anche altri comuni, poi, attraverso gli incontri mensili, la si sostiene. È accaduto per esempio con i fanghi, un tema sollevato dal gruppo di Maleo, è grazie a questi attivisti se oggi nel Lodigiano si parla di fanghi».

Come Cinque Stelle non siete troppo poco radicati a Lodi città per conquistare il Broletto?

«Se me lo avessero chiesto nel 2013 avrei detto di sì, ma oggi il nostro radicamento è cresciuto e abbiamo un costante confronto con i cittadini e le associazioni. Lo dimostra il fatto che continuiamo a ricevere segnalazioni da parte di tantissime persone, sono proprio loro che ci hanno presentato la questione dell’amianto al Consorzio agrario. Siamo diventati per alcuni un punto di riferimento».

Come sceglierete il candidato sindaco? Con le primarie on line?

«No, non con le primarie on line. Sarà scelto all’interno del nostro gruppo, ne discuteremo a settembre».

E il programma?

«Partirà da ciò che non è stato fatto, è chiaro che le segnalazioni sono così tante che le terremo tutte presenti per cercare di soddisfare le esigenze dei cittadini».

Continuerete a rifiutare qualsiasi alleanza?

«Esatto, nessuna alleanza».

Vi hanno mai “corteggiato” le altre forze politiche?

«No, mai».

Pensa che a Lodi possa accadere ciò che è successo a Torino, con una vittoria inaspettata del Movimento?

«Il caso di Torino è unico ed eccezionale. L’Appendino è riuscita a creare un clima di fiducia tra i torinesi, operando in modo che si facesse il bene della città e non quello di qualche partito. A Lodi è più difficile, perché ci troviamo nel regno di Guerini, Lodi è governata da più di 20 anni dalle stesse persone. Noi speriamo che i lodigiani vogliano voltare pagina, il nostro successo dipende solo da questa voglia di cambiamento».

Il Pd pagherà quanto accaduto in termini elettorali?

«Il Pd ha sempre basato il consenso sull’accordo con le associazioni, stando a ciò che emerge dall’inchiesta sul bando piscine si è trattato in alcuni casi di rapporti malati e mirati solo a conservare il potere. Con il “caso Uggetti” speriamo che la magistratura riesca a rompere il “sistema Lodi”. Se questo avverrà, il Pd sarà in grave difficoltà».

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