«Cremona? È il male minore»

«Con questo procedimento abbiamo dato attuazione ad una norma confusa e carente che taglierà i servizi sul territorio. L’unione con Cremona è il male minore». Così il presidente di Palazzo San Cristoforo Pietro Foroni commenta la decisione di Cal, il Consiglio delle autonomie locali che ieri ha ridisegnato i nostri confini. L’esponente della Lega nord non esprime molta soddisfazione per il verdetto dell’organismo regionale, che ha dato il via libera ad una nuova Provincia dell’Adda. L’avvocato di Maleo avrebbe preferito una fumata nera dell’assemblea per contestare la legge di riordino delle Province. Un provvedimento voluto dal governo che costringe Lodi ad accorparsi con altri territori.

Per Foroni la vera partita si apre adesso con la difesa dei servizi sul territorio e poi ci sono i ricorso pendenti al Tar del Lazio contro il provvedimento dell’esecutivo Monti. «Ho votato a favore dell’indicazione data alla Regione di non modificare gli attuali confini provinciali – prosegue la guida di San Cristoforo – sulla seconda opzione, ovvero il ridisegno dei territori, per ragioni tecniche non ho partecipato alla votazione. Avendo presentato sull’argomento un ricorso al Tar ho dovuto esprimere quella posizione». Leggermente diversa la linea del sindaco di Lodi Lorenzo Guerini. «La norma con cui ci siamo confrontati è dettata da criteri arbitrari - sostiene -. Come Lodigiano abbiamo però fatto valere le nostre ragioni. C’era una forte spinta per creare un’ampia Provincia da Lodi fino a Mantova e siamo riusciti a far passare l’unione tra Lodi e Cremona. Un buon risultato nelle condizioni date». A guidare il lavoro di Cal il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà: «I tempi erano molto stretti e siamo riusciti ad ascoltare le delegazioni di tutte le Province, con i vari sindaci e amministratori del territorio. Un confronto allargato che ha permesso di raggiungere un buon esito, tenendo conto che i vincoli di legge erano molto stringenti. Al termine dei lavori abbiamo imposto una condizione assoluta che impegna il governo della Regione Lombardia a premere sul governo nazionale per garantire il primo livello. Mantenere, cioè, la possibilità per i cittadini di votare con l’elezione diretta a suffragio universale. Un’opportunità che si rende indispensabile per non depotenziare e delegittimare la futura Città metropolitana e favorire, invece, ancora una volta, un gruppo di nominati non scelti dal popolo. L’altro punto qualificante della riunione è stato quello di mantenere la proposta di delibera, senza inserire Monza Brianza, nell’accorpamento delle province subalpine».

Ora la palla passa al Pirellone che dovrà esaminare quanto proposto da Cal. «Noi abbiamo lavorato a stretto contatto con Regione Lombardia. I lavori del Consiglio delle autonomie locali sono stati seguiti da un assessore della giunta regionale, Romano Colozzi – esprime Podestà - anche se la regione è ovviamente libera di fare altre proposte».

Matt. Bru.

I politici lodigiani non brindano all’unione con Cremona: il presidente della Provincia Pietro Foroni avrebbe preferito contestare la legge di riordino delle Province, mentre il sindaco di Lodi Lorenzo Guerini ricorda che la norma su cui si è dovuto lavorare era dettata da criteri arbitrari

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