COVID L’Esercito torna a Lodi e Codogno per effettuare i test rapidi
Lunedì il sopralluogo, il direttore Gioia soddisfatto, il ministro Guerini: «Noi siamo a disposizione»
Sopralluogo con i militari a Lodi e Codogno, per i tamponi rapidi.
«Lunedì - spiega il direttore generale dell’Asst di Lodi Salvatore Gioia - abbiamo effettuato un sopralluogo con i militari. Abbiamo definito di spostare i tamponi scolastici (se le scuole non verranno chiuse del tutto) in una zona adiacente al parco tecnologico padano, grazie a un’intesa con il Comune di Lodi e il Parco tecnologico. A Codogno, invece, negli spazi della fiera, si faranno altri tamponi per tutti con la modalità “Drive through”».
L’obiettivo delle autorità sanitarie è decongestionare ulteriormente i presidi ospedalieri, attualmente presi d’assalto per i tamponi nasofaringei.
«Se un utente risulta negativo torna a casa, se invece risulta positivo al tampone rapido, inizia il sistema di tracciamento e il malato viene sottoposto al tampone molecolare di conferma».
In questo modo, dovrebbero essere stati definiti tutti i dettagli. «Il sopralluogo è andato bene - spiega il direttore generale -. I militari partono da Milano e poi verranno a Lodi a posizionare le strutture».
In assegnazione, nel Lodigiano, ci saranno 3 squadre formate da un ufficiale medico, 2 sottoufficiali infermieri e un autista per il trasporto e la logistica. Una delle due postazioni, infatti, sarà doppia. Oggi si deciderà quale delle due. Il 6 novembre, se tutto fila liscio, il sistema dovrebbe entrare in funzione. Il Comune di Lodi si occupa della parte legata agli afflussi e ai percorsi, per ordinare le file. L’Asst, invece, metterà a disposizione un operatore amministrativo e un infermiere per la gestione dei dati. È la seconda volta che l’esercito viene nel Lodigiano, per gestire la pandemia. Durante la prima ondata, l’esercito aveva montato la tenda del triage davanti all’ingresso laterale dell’ospedale. «In questa emergenza - commenta il ministro Lorenzo Guerini - la Difesa è impegnata, senza sosta e con diverse modalità, al fianco dei cittadini. In questo impegno rientrano anche le attività dell’operazione Igea, che vede la sanità militare portare un importante contributo per aumentare il potenziale del sistema di accertamenti diagnostici sul Covid 19 tramite prelievo con tampone». Il dispositivo che è stato messo a punto a questo proposito è in grado di schierare circa 200 team nei cosiddetti Drive Through, dislocati sui territori provinciali secondo le necessità indicate dalle autorità sanitarie locali, garantendo fino a 30mila tamponi al giorno. «Si tratta di risorse professionali (consistenti ad oggi in 453 medici e 868 infermieri) e dotazioni strumentali - spiega Guerini - che possono essere di positivo ausilio alla sanità territoriale ed in questo senso sono a disposizione anche della sanità lodigiana, in base ai bisogni ed alle richieste che vengono presentate e valutate con un efficace meccanismo di coordinamento».n
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