COVID La Lombardia a un bivio: oggi si decide sul colore

La Regione tra giallo e arancione: parecchie le incognite, sia di carattere legislativo, sia legate a questioni tecniche

Il passaggio della Lombardia da zona arancione a zona gialla è tutto da definire al momento, è attesa per oggi la nuova ordinanza del Ministero della Salute. Oltre ad aspettare di conoscere i dati trasmessi da Regione Lombardia alla cabina di regia e al comitato tecnico scientifico, rimane il nodo da sciogliere dell’interpretazione dell’ordinanza del 23 gennaio del ministro Speranza.

Tutti i media nazionali danno la Lombardia come prossima a un passaggio in zona gialla, dato per probabile da molti. Ma sulla decisione, che arriverà oggi, ci sono diverse incognite, tecniche e legislative. A partire dai dati, sperando che non vi siano più errori: al momento non è stato reso noto il valore dell’Rt sintomi, lo stesso parametro su cui si è combattuta l’ultima querelle Regione-Governo. Tutti gli indicatori sembrano buoni, ma qualora l’Rt sintomi fosse superiore a 1, il passaggio in zona gialla sarebbe impossibile. La settimana scorsa era stato rivalorizzato in 0,88, dunque le possibilità ci sono.

Ma se dal punto di vista tecnico c’è da essere ottimisti, dal punto di vista normativo, al momento, regna l’incertezza, e solo il Ministero potrà sbrogliare la matassa. Infatti, l’ordinanza del 23 gennaio del Ministro alla Salute Roberto Speranza che metteva la regione in zona arancione conclude all’articolo 2, “Disposizioni finali”: «La presente ordinanza è efficace dal giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e per un periodo di quindici giorni». Dunque, alla lettera una revisione della fascia di rischio da attribuire a Regione Lombardia può avvenire solo dopo due settimane, come è sempre stato peraltro. Questo per garantire che i parametri siano buoni per almeno 15 giorni di fila, un tempo ragionevole in cui eventuali nuovi focolai o una recrudescenza del virus mostrino evidenza. E tuttavia, la settimana precedente si era finiti in zona rossa per un errore tecnico (nei dati trasmessi o nel calcolo dell’algoritmo) e questo elemento era stato ripreso nell’ordinanza nella parte in cui si parla di rettifica dei dati «ora per allora», espressione utilizzata due volte nel testo proprio a indicare che già la settimana precedente i dati erano tali da consentire l’inserimento in zona arancione.

Rimane quindi da capire se la nuova ordinanza alla firma oggi (o al più tardi domani mattina) terrà conto dei 15 giorni consecutivi a partire da quando i dati erano da zona arancione o da quando sono stati recepiti nell’atto ministeriale. Mentre la maggior parte dei giornali nazionali è orientata a dare la Lombardia in zona gialla, nelle associazioni di categorie ma anche nelle istituzioni c’è molta più prudenza, perché la lettura testuale dell’ordinanza del 23 gennaio invece sembra andare nell’altra direzione. Ammesso che poi i dati consentano valutazioni diverse.

Appese a queste considerazioni vi sono possibili importanti cambiamenti, da un allentamento significativo delle restrizioni negli spostamenti personali alla riapertura di molte attività commerciali, bar e ristoranti in testa. Rimarrà invece il vincolo di non uscire dalla propria regione, in vigore fino al 15 febbraio indipendentemente dalla classificazione territoriale.

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