«Costruiamo argini contro la logistica»

Costruire argini a difesa del territorio dalla logistica, che ha invaso il Lodigiano con un impatto sull’occupazione pari a zero e conseguenze pesanti per l’ambiente. È questo il nodo cruciale che declina il pensiero politico del radicale Eugenio Trentin, nato a Lodi, il 10 ottobre 1961, di professione organico della direzione legale della Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa, al territorio in cui è nato e risiede. «Radicale da sempre» anche lui, è militante attivo nel partito da circa 20 anni. Un impegno costante, dunque, riconosciuto già nel 1995 con una candidatura in Provincia nel 1995 e ora con l’investitura per correre al Senato in Lombardia.

Qual è la sua priorità in questa corsa?

«Come dice il nome della nostra lista, le tre parole chiave - giustizia, amnistia e libertà - sono alla base del nostro impegno. E le questioni che si declinano di conseguenza sono diverse. Oltre alla condizione delle carceri italiani, il sovraffollamento, la necessità di una depenalizzazione per alcuni reati considerati minori e di un’amnistia che possa risollevare la condizione attuale, ci sono molti altri temi. Come la responsabilità civile dei giudici, perché ad oggi la valutazione dell’operato di un giudice rimane nella mani del Csm, il consiglio superiore della magistratura, che è comunque composto da giudici. Bisogna poi lavorare sulla limitazione della carcerazione preventiva, anche perchè, secondo la statistiche sul tema, la metà dei detenuti in attesa di giudizio è innocente».

Ci sono questioni legate alla giustizia che toccano la vita dei cittadini?

«I tempi lunghissimi della giustizia civile, dove la media dei procedimenti è di 9 anni, mentre per la cause fallimentari si parla di 7 anni e questi sono evidentemente dei danni nei confronti dei cittadini. Non solo perché la lunghezza delle cause porta in là nel tempo il momento in cui si accede ai rimborsi, ma anche perché tutto questo diventa una spinta per delinquere. Senza contare che il numero dei processi è incrementato da questo circolo vizioso e che molti riescono ad arrivare alla prescrizione senza pagare la propria colpa».

Quali sono stati i suoi impegni in questi anni di militanza?

«Siamo stati l’unico partito che ha avviato la battaglia di civiltà per eliminare il finanziamento pubblico ai partiti, un’iniziativa che è stata poi raggirata dall’introduzione dei rimborsi elettorali, come abbiamo lavorato su temi legati alla ricerca scientifica».

Come si declina il suo impegno al territorio?

«Sono nato e vivo a Lodi, il mio legame con il Lodigiano è indubbio e rimarrebbe inalterato. La domanda da porsi è: per tutti i politici lodigiani arrivati nelle più alti sedi di rappresentanza è rimasto lo stesso? Chi si è occupato di mettere un freno allo scempio che è stato fatto al territorio con la logistica, che ha quasi completamente trasformato la sua vocazione agricola, con un impatto zero sull’occupazione e una serie di svantaggi per l’ambiente».

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