
Ogni processione cittadina a Lodi stupisce per la partecipazione numerosa e sentita. È passata poco più di una settimana dall’appuntamento con il rito pubblico all’Ausiliatrice, eppure ieri sera per la festa liturgica del Corpus Domini i fedeli hanno nuovamente aderito in modo sorprendente alla processione cittadina. E non solo per chi ha percorso il corteo dal Carmelo alla chiesa di San Gualtero, ma anche per le molte persone che hanno addobbato le case con luci e drappi, per gli anziani che hanno atteso dalle finestre o sulla porta di casa, per chi si è persino inginocchiato al passaggio del Santissimo Sacramento portato dal Vescovo. Religiosità? Devozione? Rispetto? Fede?
«Abbiamo compiuto un culto pubblico, ecclesiale ma anche sociale - ha detto monsignor Merisi nell’omelia, all’arrivo nella parrocchiale di San Gualtero -. Con la testimonianza del cammino orante siamo però chiamati anche alla testimonianza, richiesta da una vita che sia coerente alla fede che professiamo». Il Vescovo ha presieduto l’intera celebrazione di ieri sera, iniziata alle 20.30 presso il Carmelo: una chiesa gremita, con il portone spalancato sul cortile, dove ha atteso chi non è riuscito ad entrare. La Messa, alla quale erano presenti anche le autorità militari e il commissario prefettizio Vittorio Zappalorto, è stata animata nel canto dalla comunità delle sorelle carmelitane, che hanno anche eseguito “Signore, da chi andremo?”, inno del Congresso eucaristico diocesano dello scorso settembre; e nella parte della chiesa riservata alle monache, si è anche recato monsignor Merisi per portare il Santissimo per un momento di adorazione, prima della partenza della processione.
Il corteo si è poi avviato, attraversando dapprima viale Milano, poi sempre con il servizio della polizia locale e delle forze dell’ordine, ha proseguito per via Vigna Alta, via della Calca, via Murri e ritorno, fino a giungere nella chiesa di San Gualtero.
Seminaristi, religiose, sacerdoti di tutta la città e quelli della parrocchia ospitante, con il Vescovo, monsignor Claudio Baggini e monsignor Iginio Passerini, Scout e Masci, Unitalsi e fedeli tutti hanno quindi vissuto il momento finale della celebrazione, con l’omelia e la benedizione. «Come nel Congresso eucaristico abbiamo vissuto la centralità dell’Eucaristia - ha concluso Merisi -. Guardiamo avanti, al futuro delle nostre comunità e della nostra vita, che siamo chiamati a considerare in termini di quotidiana conversione».
Raffaella Bianchi
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