Con la protesi e le stampelle,

ma senza accompagnamento

Salvatore Galioto ha 70 anni, una protesi e due stampelle indispensabili per camminare. Quello che non ha più è l’accompagnamento, più di 400 euro al mese che nella sua famiglia fanno la differenza. «Tutto è successo nel 2008 - racconta il signor Salvatore, residente a Casalmaiocco insieme alla moglie -, quando ho perso la gamba sinistra per colpa del diabete, un’amputazione circa quattro centimetri sotto il ginocchio. Nel 2009 ho messo la protesi provvisoria e poi, nel 2010, quella definitiva, la riabilitazione l’ho fatta a Sant’Angelo». A questo punto del racconto, però, interviene la consorte, che con il marito condivide il fardello e pure l’età: «Non è stato affatto semplice - dice -, perché ha subito nove interventi all’ospedale Maggiore di Lodi. In passato è anche caduto e si è rotto il braccio, così è stato ingessato. All’inizio la commissione dell’Asl ci ha riconosciuto l’accompagnamento, poi, a partire dal settembre del 2010, ci è stato tolto. Però mio marito cammina solo con le stampelle».

Il signor Gaglioto, originario di Bagheria, è stupito. «Sul documento che mi è stato rilasciato, alla voce “portatore di handicap con ridotte o impedite capacità motorie permanenti” è stata crociata la casella del no. Non ho una brutta pensione, però...non credo di essere fortunato con una protesi, vorrei avere indietro la mia gamba ma questo non è possibile». A proposito della pensione la moglie sottolinea che «non ci lamentiamo, si va avanti come si può e si cerca di arrivare alla fine del mese facendo qualche risparmio». La famiglia Gaglioto ha pensato di scrivere alla sede centrale dell’Anmic, l’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili, per far presente l’accaduto e confrontarsi con gli esperti.

Da quanto a livello nazionale sono partiti i controlli a tappeto per pizzicare i “falsi invalidi”, molte persone si sono viste riconoscere una percentuale diversa di invalidità, che però non consente più di percepire il contributo. Nel caso del signor Gaglioto, è possibile che a fare la differenza sia stata proprio la protesi, con l’intervento sarebbe passato da una “totale” incapacità motoria a una “ridotta” incapacità motoria.

«Adesso sono alle prese con l’anca - conclude l’anziano -, perché con la protesi cammino in modo diverso e ho dei dolori. A questo proposito ho già fissato delle visite». Secondo quanto appreso dall’associazione, proprio questi “danni collaterali” potrebbero far sì che la commissione decida di rivedere il suo caso.

G. B.

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