Con la fusione Banco - Unicredit uno sportello ogni quattro andrebbe ceduto o chiuso

SOVRAPPOSIZIONI Nel Lodigiano al 27,8%, nel Milanese al 26,9

Altroché duecento sportelli solo in territori specifici, le sovrapposizioni territoriali tra Unicredit e Banco Bpm superano il 20 per cento della quota di mercato in almeno 40 province, tra cui Lodi e Milano, e dunque l’autorità Antitrust italiana potrebbe intervenire in caso di fusione tra le due banche per imporre la cessione di alcune sedi. Lo sostiene il sindacato First Cisl dopo un’elaborazione propria in seguito alle notizie di stampa che vogliono Unicredit pronta a un piano di cessione di 209 filiali nei territori a maggiore concentrazione (Verona, Novara, Modena) per andare incontro alle richieste dell’Antitrust europeo. «La realtà è ben diversa e molto più grave del previsto, e dovrebbe essere motivo di preoccupazione per l’intero settore, oltre che per la società civile – spiega in una nota la First Cisl -. Da un’elaborazione First Cisl emerge un quadro preoccupante: in molte province la quota delle sovrapposizioni di sportelli supera il 20 per cento e questo potrebbe o dovrebbe indurre l’Antitrust italiano a intervenire in caso di una fusione». Nell’elenco segnalato dalla Cisl figurano anche Lodi, dove la quota congiunta di mercato arriverebbe al 27,8 per cento, e Milano, al 26,9 per cento.

La First Cisl mette in fila i rischi, dalle ricadute sui lavoratori in termini di mobilità geografica o funzionale all’impoverimento dei territori, con la potenziale perdita di presidi locali alle ricadute sui clienti, imprese e privati, che perderebbero i loro punti di riferimento tradizionali per il credito. «E se uno degli obiettivi di questa operazione fosse guadagnare dalla commercializzazione di questi sportelli? – si chiede First Cisl Gruppo Banco Bpm -. Non possiamo condividere una manovra che metterebbe a rischio i livelli occupazionali, la qualità del lavoro, il credito alle imprese e la qualità e continuità del servizio bancario nei territori coinvolti, perché non dimentichiamo che le banche svolgono (o dovrebbero svolgere) anche una funzione sociale. Le operazioni societarie non si fanno sulla pelle dei lavoratori, dei clienti e dei territori».

Intanto, il Ceo di Unicredit Andrea Orcel è tornato a parlare dell’Offerta pubblica di scambio sulle azioni Banco Bpm: «Al momento su Banco Bpm la probabilità di proseguire con l’Ops è al 20 per cento, o meno».

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