Commercio elettronico, nel Lodigiano aziende quasi triplicate in dieci anni

PIU’ 192% Dal 2014 al 2024, i dati Unioncamere

Nel Lodigiano alla fine del 2024 si sono contate 111 imprese attive nel commercio online, +73 rispetto alle 38 di fine 2014 (l’incremento è stato dunque 192,1%). Il dato è contenuto nel report diffuso lunedì scorso da Info Camere-Unioncamere (basato sui dati di Movimprese e riferito alle attività che operano nel settore del commercio al dettaglio di qualsiasi prodotto effettuato via Internet) dal quale risulta che in Italia le imprese dell’e-commerce sono più che triplicate negli ultimi dieci anni: dalle 13.321 del 2014 alle 43.379 di fine 2024 (+225,6%).

Nel quadro lombardo l’incremento percentuale registrato nel Lodigiano nel corso degli ultimi dieci anni è risultato superiore a quelli riscontrati nelle province di Varese (+189,1%, per un totale 2024 di 558 imprese), Cremona (+187,3% per un totale di 204 imprese), Mantova (+176,4%, per un totale di 246 imprese) e Pavia (+158,7%, per un totale di 313 imprese). Alla fine del 2024 le regioni con il maggior numero di imprese attive nell’ e-commerce sono risultate la Lombardia (8.545), la Campania (6.484) e il Lazio (5.088). Le stesse regioni sono sul podio per la crescita in valore assoluto nel decennio 2014-2024: +6.014 imprese in Lombardia, +5.170 in Campania e +3.499 nel Lazio. A livello relativo è invece la Campania a guidare la classifica delle regioni con il più alto tasso di crescita percentuale nel decennio (+393,5%), seguita da Calabria (+294,2%) e Molise (+251,1%).Nel confronto tra province, il primato 2024 spetta a quella di Napoli con 4.120 imprese (il 9,5 del totale nazionale); seguono quelle di Roma con 3.999 (il 9,2% del totale) e Milano con 3.895 (il 9% del totale). «La rivoluzione portata dal commercio elettronico - annota Unioncamere - non ha solo cambiato la società ma ha prodotto trasformazioni visibili nel tessuto produttivo dei territori. Il dato partenopeo evidenzia come la rivoluzione digitale sia un fenomeno con potenzialità forti anche in contesti meno digitalizzati». (ha collaborato Andrea Soffiantini)

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