CODOGNO - In Repubblica Ceca un tornado devasta lo stabilimento Pellini - GUARDA LE FOTO

I lavoratori rimasti senza una sede approdano a turno a Codogno, dove vengono inseriti in azienda nel settore “commerciale”

Trenta minuti di furia, poi al suolo solo lamiere e detriti. Il tornado che il 24 giugno si è abbattuto sul sud-est della Repubblica Ceca, in Moravia, causando tre morti e oltre cento feriti, ha letteralmente raso al suolo lo stabilimento dell’azienda Pellini di Codogno, nel distretto di Hodonin, area agricola a vocazione vinicola dove il colosso delle tende ha messo piede undici anni fa. E dove non si ricordano simili cataclismi.

Erano le 18.30, un giovedì, quando gli operai, 70 in tutto di cui l’80 per cento donne, distribuiti su tre turni, hanno avvertito l’onda d’urto del turbine in arrivo e sono riusciti per miracolo a fuggire, lasciando la fabbrica un attimo prima che deflagrasse, restando salvi solo gli uffici. «Nel video delle telecamere di sicurezza si vede la gente che era al lavoro uscire come zombie. Per fortuna sono tutti salvi – spiega Alessandro Pellini, titolare dell’azienda codognese -. C’era un container di una tonnellata che volava e le automobili sono finite dentro». Attorno alberi sradicati, case e auto distrutte, più di centomila abitazioni rimaste senza elettricità durante tutta la notte. «Un inferno vivente» l’ha definito il governatore della regione Jan Grolich. Nei giorni scorsi Pellini si è recato sul posto per verificare di persona i danni e si è trovato faccia a faccia con la devastazione. «Stavano demolendo l’ultimo muro rimasto in piedi - racconta -. Stavamo facendo l’ampliamento, è andata bene che avevamo appena iniziato». Nella sede in Repubblica Ceca è dislocata la produzione “residenziale” del marchio Pellini, quella economica destinata alle abitazioni che prevede minore complessità di realizzazione e minore rischio. In Italia, e nella fattispecie a Codogno, è concentrata invece la produzione “commerciale” rivolta al più alto target: sono state prodotte qui, per esempio, le tende installate sulla torre UniCredit di Milano e nei palazzi della nuova zona City life.

Parte delle maestranze impiegate nello stabilimento ceco sono state comunque reimpiegate a Codogno in attesa della ripartenza in Moravia dove l’attività prosegue in uno «stabilimento di fortuna» - come lo definisce Pellini - datogli in prestito da un imprenditore locale, a titolo gratuito. Dalla Repubblica Ceca intanto sono giunti in città undici operai, otto donne e tre uomini. E tra una settimana arriveranno a dargli il cambio altrettanti. Inseriti in azienda organizzando un terzo turno. Nel frattempo la costruzione del nuovo impianto è iniziata e si prevede di tornare a produrre già a metà agosto. «La produzione residenziale per noi è un polmone importante – precisa Alessandro Pellini -. Se a Codogno produciamo 4500-5000 tende a settimana, là ne facciamo 3000, in un momento in cui siamo pieni di lavoro e le consegne non sono come nell’automotive dove hanno tempi più lunghi, ma a 2-3 settimane non di più». Da qui la corsa per tornare in fretta a pieno regime. «Certo il danno c’è ma bisogna guardare il lato positivo – conclude Pellini -. E cioè che possiamo ricostruire lo stabilimento da zero, adattandolo alle nostre esigenze, e seconda cosa, impariamo che bisogna sempre avere spazi di manovra maggiore, come con il backup del computer, per avere la possibilità di ripartire in tempi brevi».

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