Cirio, l’avvocato di Sfondrini:

«Lui non poteva sapere nulla»

«Sfondrini e la Banca Popolare di Lodi non sapevano e non potevano sapere nulla di ciò che sapevano Sergio Cragnotti e la Banca di Roma, e cioé che i soldi ricavati dalla vendita di Eurolat da Cirio a Parmalat sarebbero stati usati per coprire parte delle esposizioni di Cirio nei confronti della stessa Banca di Roma. Banca di Roma, insomma, ha imbrogliato Bpl, omettendo di comunicare queste cose essenziali». È un passo dell’intervento dell’avvocato Mario Zanchetti, difensore dell’ex condirettore generale di Banca Popolare di Lodi, Ambrogio Sfondrini, prendendo la parola al processo sul crac del colosso agroalimentare in corso a Roma. Secondo il legale, Bpl fu coinvolta da Banca di Roma nel finanziamento in pool a favore di società del gruppo di Cragnotti, operazione da inquadrare nell’ambito della cessione di Eurolat nel ‘99 da Cirio a Parmalat, in maniera ingannevole: alla banca allora guidata da Giampiero Fiorani sarebbe stato nascosto che l’operazione serviva in realtà a permettere a Banca di Roma di rientrare dei crediti vantati nei confronti delle società di Cragnotti. La procura contesta agli ex dirigenti di Bpl, tra cui Sfondrini, proprio il fatto di avere distratto da Cirio, assieme all’ex patron di Cirio e agli ex vertici di Banca di Roma, somme poi destinate a ripianare i debiti del Gruppo di Cragnotti nei confronti delle banche. A sostegno delle sue tesi la difesa Sfondrini ha fatto riferimento a documenti interni a Banca di Roma (lettere dell’ufficio legale, verbali dei comitati esecutivi, garanzie in bianco) da cui risulterebbe che solo questo istituto di credito conosceva la reale finalità dell’operazione. Il processo, che proseguirà il 7 aprile con l’intervento del difensore di Fiorani (ex ad Bpl), si riferisce a episodi del 2003, quando il fallimento del gruppo Cirio fece andare in default obbligazioni per 1,125 miliardi di euro emesse tra il 2000 e il 2002. Tra gli imputati figurano, oltre all’ex numero uno di Cirio, anche l’attuale presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, Cesare Geronzi, la moglie di Cragnotti, Flora Pizzichemi, il genero Filippo Fucile, i figli Andrea, Elisabetta e Massimo.

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