Cinque pazienti Covid intubati all’ospedale di Lodi

Quattro di essi non sono vaccinati, il quinto ha ricevuto due dosi di Pfizer

Cinque pazienti Covid intubati all’ospedale di Lodi
L’interno di un ospedale

Cinque pazienti intubati, in terapia intensiva, a Lodi, ma a parte una persona che ha fatto 2 dosi di Pfizer, le altre 4 non sono vaccinate.

Negli ultimi 3 giorni, nel Lodigiano, i positivi sono stati oltre 2mila, ma i ricoveri, nel Lodigiano sono cresciuti solo di 8 unità. Ieri mattina, oltre ai 5 pazienti della terapia intensiva, in area gialla Covid, i ricoverati erano 28, 8 nel reparto di malattie infettive di sant’Angelo, 15 nel reparto sub acuti di Sant’Angelo e 2 in terapia intensiva, ma non intubati, a Codogno. L’Asst ha messo a disposizione, in caso di bisogno, 1 letto in più in terapia intensiva a Lodi e 42 di acuti e sub acuti.

«In questi giorni - spiega il professor Fausto Baldanti, direttore del laboratorio di virologia molecolare del San Matteo di Pavia che effettua anche il sequenziamento di alcuni tamponi di Lodi - genotipizziamo tutto, è un carico di lavoro enorme. La genotipizzazione ci dice quanto cresce la Omicron: si trova soprattutto a Nord della Lombardia, a Sud, invece, come a Lodi e a Pavia prevale ancora la Delta. Questa variante ha caratteristiche cliniche diverse dalle altre, ma ci vuole prudenza».

L’inverno non è ancora finito e un minimo di prudenza ci vuole sempre. «Io, anche se ho 3 dosi di vaccino - spiega il professore -, metto comunque la mascherina, non mi sento sminuito nella mia libertà: lo faccio per me e per le persone intorno a me». Non è vero, annota il professore, «che la vaccinazione abbia fallito, anzi. L’anno scorso avevamo gli stessi numeri, ma era tutto chiuso, adesso è tutto aperto - dice -. Abbiamo molta più libertà dello scorso anno, abbiamo una vita normale, si va anche al ristorante. Bisogna mantenere però un livello di prudenza, un po’ di rigore e vaccinarci tutti, perché è l’arma migliore».

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