Chiude i battenti la “casota” di Nüm del Burgh

Domenica in tanti hanno voluto salutare i due gestori del punto di ritrovo lungo l’Adda

Per un decennio è stato il luogo del cuore di tanti. Un punto di ritrovo, ma anche una fucina di idee per l’associazione Nüm del Burgh, dove elaborare progetti, pensare al futuro. Un posto per sorridere. E in tanti, con un sorriso in una tasca e la nostalgia nell’altra, si sono messi in cammino per salutare l’ultimo giorno di apertura della “Casota a dre Ada”. Giornata di saluti, ma anche di impegni per preservare la bellezza del lungofiume per l’associazione Nüm del Burgh, nata dall’iniziativa del compianto Gino Cassinelli per valorizzare la ricchezza dell’Adda e le particolarità della città bassa. Tanti li affezionati che si allungati fino alla Casota, di proprietà del Comune, ma per undici anni gestita dai coniugi Battista Sangermani e Rachele Taverna, che oggi lasciano per la pensione e per intraprendere l’occupazione di nonni a tempo pieno. Gli spazi erano stati affidati dal Comune all’associazione Nüm del Burgh, ma poi era stato lo stesso Cassinelli a capire che serviva qualcuno che si occupasse a tempo pieno del punto ristoro con vista sul fiume. E così era iniziata l’avventura di Rachele prima, a cui si era affiancato il marito a tempo pieno dopo la pensione. «A nome di tutto il gruppo di Nüm del Burgh esprimo il nostro più sentito ringraziamento per tutto il lavoro svolto da Rachele e Battista alla “Casota a dre Ada” - sottolinea Simona Cassinelli - : con loro la Casota è diventata un luogo di ritrovo per tanti lodigiani e domenica si è conclusa un’avventura iniziata con Gino Cassinelli più di 10 anni fa, una collaborazione in cui tutti abbiamo lasciato il cuore». La giornata di domenica è stata anche segnata dalla seconda tappa dell’iniziativa di pulizia del lungofiume “Diamoci una mano” organizzata dall’associazione. Una quindici i volontari coinvolti nelle operazioni di pulizia divisi in quattro gruppi che hanno ripulito anche l’area dell’Isolabella oltre agli argini dell’Adda, compresa la zona all’inizio di via Nazario Sauro. Una ventina i sacchi riempiti di rifiuti dai volontari nelle ore di lavoro, tra gli oggetti abbandonati e recuperati, oltre ai sacchetti di spazzatura, anche i resti di una bici e un sacco a pelo.

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