Quanto successo domenica 11 novembre va oltre il dolore, la rabbia e la possibilità di sopportazione.
È lo scontro tra due visioni del mondo: da un lato un gruppo di scout in bicicletta, portatori di un gioioso rispetto per l’ambiente e il territorio, dall’altro il conducente di un mezzo, incongruentemente sovradimensionato che potremo definire un blindato, che non rispetta limiti di velocità, padrone della strada e sorpreso per la presenza di “ostacoli”.
Sono due visioni del mondo antitetiche. Non si tratta di mostri occasionali, che possono tranquillizzarci dell’eccezionalità del caso. Ci sono responsabilità. E molto gravi.
Responsabilità nel tollerare mezzi incompatibili con le strade che percorrono, responsabilità nel considerare i limiti di velocità come “opzionali” e non perseguirne sistematicamente il superamento; responsabilità nel punire blandamente o addirittura non punire per niente comportamenti espressamente criminali.
È infatti veramente difficile non riconoscere in questo incidente la fattispecie di Omicidio Volontario, ovvero il caso in cui «l’agente si rappresenta la possibilità che l’evento si verifichi e accetta la possibilità che tale fatto si verifichi».
Se quindi il modello di riferimento che vogliamo è quello di Baghdad o Kabul dopo il nostro intervento di civilizzazione, in cui la vita conta poco, un mondo in cui le responsabilità non esistono e la strada va percorsa con i blindati che non rispettano le regole, in questo caso i limiti di velocità, possiamo continuare a far finta di niente e magari colpevolizzare chi usa la bicicletta e non sta chiuso in casa.
Se invece vogliamo ritornare nel consesso europeo allora dobbiamo dire da che parte stare, trovare inaccettabile quanto successo, punire i criminali, far rispettare i limiti di velocità sempre senza sciocchi buonismi, ringraziare questi ragazzi per il loro messaggio di speranza e futuro e chiedere che almeno Altea non sia morta invano.
La Fiab sta valutando la possibilità di costituirsi parti civile nel procedimento giudiziario che sarà aperto per questo omicidio. Ma tutti devono prendersi le loro responsabilità per cercare di cambiare, di fare in modo che questi incidenti-omicidi non debbano ripetersi!
Addio Altea. Con strazio ti chiediamo scusa per non essere riusciti a impedire questa tragica conclusione per la tua giovane vita.
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