Cervignano, la perizia del Pm: «Il piccolo Francesco poteva essere salvato»

Francesco Rogelio Palomino Conga, 12 anni, è morto all’ospedale Predabissi di Vizzolo il 30 dicembre 2019 per un blocco intestinale

Francesco Rogelio Palomino Conga avrebbe avuto maggiori probabilità di guarire se fosse stato operato prima: è la conclusione cui sono giunti i consulenti della procura della Repubblica di Lodi nell’inchiesta sulla morte del 12enne di Cervignano d’Adda che era mancato in ospedale a Vizzolo Predabissi nel tardo pomeriggio del 30 dicembre 2019, dopo aver subito un’operazione d’urgenza per la rimozione di un volvolo intestinale, un arrotolamento dell’organo che aveva comportato occlusione e necrosi.

«Non ci è ancora dato sapere quanti siano gli iscritti sul registro degli indagati - spiega l’avvocato Giuseppe Badolato di Milano, che assiste i genitori da quando hanno presentato una denuncia contro ignoti per omicidio colposo - ma abbiamo l’impressione che la procura di Lodi si sia mossa bene su questa tragedia». Il legale ha anche pronta una consulenza di parte, del medico legale Carlo Bernabei di Milano, «ma la depositeremo se sarà necessario al momento opportuno - anticipa il legale -, e mai vorremmo che l’ipotizzato ritardo nell’intervento fosse in qualche modo legato al periodo in cui il bambino è stato male, tra Natale e Capodanno, visto che a nessuno di noi è dato scegliere quando si ammala».

Arrivato al pronto soccorso alle 5.30 del mattino del 28 dicembre, Francesco era stato operato d’urgenza tra el 2 e le 4 del 29 Secondo i consulenti del Pm, «se fosse stato operato la sera del 28 dicembre, quando il processo necrotico intestinale era più contenuto, (determinando minori squilibri e alterazioni viscerali sistemiche) le sue probabilità di sopravvivenza sarebbero state significativamente superiori».

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