Centinaia di fedeli ai piedi dell’Ausiliatrice

«Si compie questa sera sotto lo sguardo della Madonna Ausiliatrice un’altra tappa del mio servizio episcopale tra voi. Mi han detto che, avendo celebrato San Bassiano e poi il Crocifisso della Maddalena, finchè non si partecipa alla processione dell’Ausiliatrice non si è veramente iniziati dalla lodigianità». Sono le parole pronunciate dal vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti che ieri sera, per la prima volta dopo la sua nomina a Pastore della diocesi, ha preso parte alla processione cittadina. Come ogni anno sono centinaia i fedeli, venuti anche da fuori Lodi, per onorare la Vergine. La sua statua è custodita nella omonima parrocchia da cui è partito il corteo, aperto dalla croce portata dai ministranti. Poi, nell’ordine, i membri dell’Agesci in divisa, i rappresentanti delle associazioni e tutti i fedeli. Ancora, i seminaristi e i sacerdoti di Lodi città, le consacrate, i bambini che da poco hanno ricevuto la comunione nelle parrocchie dell’Ausiliatrice e di San Bernardo e hanno indossato la veste bianca, le carrozzine spinte dalle dame e dai barellieri dell’Unitalsi.

Proprio l’assistente spirituale Unitalsi don Alberto Curioni, accompagnato dal presidente dell’associazione Carlo Bosatra, ha portato la reliquia del beato Paolo VI (un frammento della sua veste) che da lunedì è ospite a turno degli istituti religiosi della città. Per ultima la statua di Maria con il Bambino Gesù, poggiata su un baldacchino adorno di fiori, il vescovo e il vicario generale della diocesi monsignor Iginio Passerini.

Durante il percorso, che si è snodato lungo viale Rimembranze fino all’incrocio con viale Italia e ritorno, hanno scandito il passo la recita del rosario, la lettura della Parola e le meditazioni, insieme al canto del coro parrocchiale diffuso dagli altoparlanti. Tappa conclusiva nel piazzale dell’oratorio dove Malvestiti ha condivido la sua riflessione da un altare allestito all’aperto: «Maria Ausiliatrice ci regala questa sera, col bel tempo, e non in una domenica pasquale soltanto, bensì nella Pentecoste. Era presente a questo prodigio. Ne è la grande testimone perché serbava ogni cosa di Cristo nel cuore, entrando nei suoi misteri come cerchiamo di fare anche noi vivendo la liturgia e con Lei nella recita del rosario». Ha quindi ricordato la figura del beato Paolo VI: «Fu lui a firmare un importante documento del concilio, la “Lumen gentium”. All’ultimo capitolo si parla di Maria la quale non è mai lontana dalla vita della Chiesa e della comunità e ha voluto sempre rimanere presente nella vita di suo Figlio». Non è mancato un riferimento a San Giovanni Bosco di cui ricorre il secondo centenario della nascita: «Maria era il grande sogno di San Giovanni Bosco, da lei imparò ad amare Dio e l’umanità». Alla Madonna ha affidato «l’amore e il dolore di tutti i lodigiani, la comunità ecclesiale e quella civile, le ansie segrete dei cuori, ma anche le attese insopprimibili di ciascuno, le parrocchie, le famiglie i giovani, il mondo del lavoro e ogni realtà sociale». Di nuovo è tornato alla preghiera per le vocazioni al seminario, «perché Maria Ausiliatrice aiuti i ragazzi un po’ indecisi». Ha rivolto le ultime invocazioni don Luigi Savarè, a tutti i santi e beati lodigiani e allo Spirito Santo.

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