Cavalli querelato per diffamazione

Ha denunciato e denuncia pubblicamente vicende di mafia e di malaffare ma ora ci si ritrova lui sul banco degli imputati. Giulio Cavalli, a lungo residente nel Lodigiano, noto come attore “antimafia”, al punto da essere finito sotto scorta e anche impegnato come scrittore e in attività giornalistica, è stato mandato a giudizio dal sostituto procuratore di Lodi Nicola De Caria per diffamazione aggravata attraverso il blog del suo sito web www.giuliocavalli.net.

A querelarlo, dopo che peraltro un avvocato aveva preannunciato l’azione giudiziaria proprio attraverso il blog stesso, è stato Francesco Staltari, ex consigliere comunale di Lodi, che dopo aver esordito in Broletto con il centrodestra, nel 2011 era passato a Pid, aveva votato più volte a favore di provvedimenti della maggioranza di centrosinistra di Lorenzo Guerini e poi nel maggio del 2013 correva da solo alla guida di una lista civica.

Il 28 maggio di quell'anno, dopo che il primo turno delle amministrative per il capoluogo lodigiano aveva fatto segnare circa il 2 per cento di preferenze per la lista Staltari, Giulio Cavalli aveva “postato” sul suo blog un articoletto intitolato «la campagna elettorale con la borsa della spesa», segnalando che «tra le stranezze di questa campagna c’è un pacco arrivato ad alcuni elettori lodigiani: un pacco di generi alimentari. Pasta, riso e altro (con una strana dicitura: “Aiuto Ue”) e un santino elettorale. Indovinate di chi? di Francesco Staltari». Sul blog c’era anche una foto di alimenti con uno dei bigliettini di Staltari per la campagna elettorale. E per questo Staltari ha sporto querela.

Raggiunto dalla notifica dell’avviso di fine indagini, Cavalli si è fatto interrogare in procura. E in quella sede avrebbe chiarito tra l'altro di non aver mai scritto né inteso scrivere che Staltari fosse il mittente di quei singolari pacchi alimentari. «Cavalli ha fatto un lavoro giornalistico esponendo un fatto che, in modo documentato, gli era stato segnalato - sottolinea il suo avvocato difensore Pietro Gabriele Roveda -: non ha attribuito alcuna responsabilità, non sappiamo chi abbia mandato quei pacchi. Ma sappiamo, e lo proveremo nel processo, che ne sono stati recapitati. Non c’era alcun intento diffamatorio, semplicemente l'esercizio del diritto - dovere di segnalare un episodio all'attenzione pubblica».

Ieri mattina, alla prima udienza, Cavalli non si è presentato. C’era invece l'ex consigliere comunale, e imprenditore edile, Staltari, che con il suo avvocato Sonia Lucia Guastella si è anche costituito parte civile per chiedere all’attore antimafia un risarcimento, in caso di condanna. Dal legale, per ora, nessun commento sul caso. Prossima udienza a marzo.

Cavalli tra l’altro ieri sera era a Lodi per presentare il suo ultimo libro, «Mio padre in una scatola di scarpe», ispirato alla storia di un metronotte di Mondragone (Caserta), Michele Landa, ammazzato il 6 settembre 2006 alle 4 del mattino a colpi di pistola e bruciato nell’auto di servizio, un mese prima di andare in pensione.

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