Caso “prosciuttopoli”: condanne per 12 anni e confische per 4,5 milioni di euro

TRA PIEVE E VILLANOVA Tre allevatori nei guai per decine di migliaia di maiali alimentati con scarti alimentari non ben ripuliti. E per il biogas

Tre allevatori appartenenti alla stessa famiglia e con attività tra Villanova Sillaro e Pieve Fissiraga sono stati condannati, in primo grado, dal tribunale di Lodi a tre anni e mezzo di reclusione ciascuno e a confische per complessivi 4,5 milioni di euro a seguito di accuse di attività organizzata per la gestione illecita di rifiuti e di truffa per il conseguimento di sovvenzioni pubbliche, all’esito dell’inchiesta dei carabinieri e della guardia della finanza che ha portato a contestare, tra il 2018 e il 2019, l’alimentazione di decine di migliaia di maiali con scarti dell’industria alimentare, principalmente cibo scaduto ritirato dalle industrie e dai supermercati, che non era stato adeguatamente ripulito da imballaggi e confezioni. Questo ha portato l’Arpa a ritrovare plastica e metalli nei campi, che venivano concimati con le deiezioni dei suini e con il digestato di alcuni impianti a biogas facenti capo al medesimo gruppo imprenditoriale. Il Gse, che incentiva con contributi la produzione di elettricità da questi impianti, a patto che utilizzino prodotti di origine agricola, intende a sua volta revocare i contributi erogati: da qui l’ulteriore ipotesi di truffa, oltre all’illecito ambientale. L’inchiesta era nata nel 2018 da verifiche su irregolarità nell’allevamento di maiali destinati ai prosciutti Dop di Parma e San Daniele, con una dozzina di allevatori che erano stati inquisiti, e in gran parte condannati per frode in commercio, tra il Lodigiano e il Sudmilano

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