Caso piscine, ecco perché l’ex sindaco Uggetti è stato prosciolto

«L’obiettivo che Sporting potesse partecipare alla gara era finalizzato al miglior servizio possibile per i cittadini»

«L’ho fatto per il bene della città»: nelle prime parole dell’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti dopo l’arresto, riportate a caldo dai cronisti all’inizio di maggio del 2016 dal difensore Pietro Gabriele Roveda all’uscita dal carcere di San Vittore, si trovava già tutto il succo della sentenza di appello bis per il “caso piscine” pronunciata il 20 giugno scorso dalla terza sezione penale della corte d’appello di Milano. L’ex primo cittadino del Pd, l’avvocato Cristiano Marini e il dirigente comunale Giuseppe Demuro sono stati ora prosciolti per “particolare tenuità del fatto” dall’accusa di “turbata libertà nella scelta del contraente”, per quella gara per la gestione per sei anni delle piscine scoperte del Belgiardino e di via Ferrabini che aveva visto Marini, a titolo gratuito ma comunque consigliere sia di Astem Spa sia della partecipata Sporting Lodi, interloquire più volte con Uggetti sui criteri di territorialità e punteggio da inserire nel bando. Bando poi pubblicato e vinto, il 22 aprile 2016, proprio da Sporting Lodi. «Deve confermarsi la sussistenza del fatto, la sua illiceità penale, la sua corretta qualificazione giuridica nonché l’accertamento che gli imputati lo hanno commesso - motiva ora la corte d’appello di Milano - ma l’obiettivo perseguito, cioè che Sporting potesse partecipare alla gara era da ritenersi non solo ragionevole ma soprattutto finalizzato a realizzare il miglior servizio possibile in beneficio dei cittadini del territorio». Il bene della città, quindi.

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