
Pezzi di amianto sfilacciati oppure completamente sbriciolati. Una gigantesca distesa di lastre dove l’eternit fa capolino, rendendo il tetto della vecchia fabbrica pericolosamente “maculato”. Sono foto scioccanti, quelle allegate nell’ultima relazione sull’ex Cetem, realizzata dallo studio Plana nel novembre dello scorso anno per valutare l’indice di degrado delle coperture. Alle immagini si aggiunge la preoccupazione dei residenti, alcuni dei quali sono allarmati per la presenza di una non meglio identificata “polvere bianca” sui balconi, d’estate. Ecco perché si aspettano al più presto una bonifica. Sulla questione i Cinque Stelle hanno presentato un esposto in procura.
Nel dossier firmato studio Plana, realizzato per conto del Comune di Lodi, si specifica che - in seguito al sopralluogo effettuato il 22 settembre del 2015 all’ex Cetem, di proprietà della Milanogest Immobiliare Srl - l’indice di degrado nelle tre zone campionate era pari a 68, 64 e 56. Con questi numeri la rimozione dell’amianto deve avvenire nel giro di 12 mesi, il suo stato di conservazione viene descritto come «scadente» e la tempistica dell’intervento come «urgente». Questo significa che, calendario alla mano, l’eternit deve essere rimosso entro il novembre 2016.
Questa, in realtà, è solo la punta dell’iceberg, perché la storia dell’ex Cetem inizia ben prima. È dal 2012, infatti, che le istituzioni a diversi livelli sono informate della gravità della situazione. Lo dimostrano le relazioni inviate sia all’azienda sanitaria che al Comune di Lodi. Prima dello studio Plana, nell’aprile del 2012, un altro dossier aveva accertato il degrado delle coperture, in seguito a un’ordinanza comunale che evidenziava alcune criticità. A sottoscriverla era stato l’ingegner Alessandro Sciortino, in qualità di consulente della Milanogest Immobiliare Srl, dopo un sopralluogo effettuato il 26 aprile dello stesso anno. Vale la pena ricordare che al civico 61 di corso Mazzini c’è una superficie di 30mila metri quadrati, di questi 13.700 sono coperti e circa 9.150 «sono presumibilmente coperture in eternit». L’indice di degrado allora era pari a 48, con uno stato di conservazione «critico», l’obbligo precisato nel documento era quello di predisporre un piano di intervento entro dodici mesi. E cioè entro il 26 aprile 2013, ma nel frattempo sono trascorsi più di due anni.
Questo studio è stato inoltrato nel luglio del 2012 all’Asl e al Comune di Lodi. Nel corso del tempo il Broletto ha firmato diverse ordinanze, concedendo anche delle proroghe, l’ultima fu chiesta dalla società alla fine del 2013 ma fu respinta a inizio 2014. Un braccio di ferro con la proprietà dell’area, che di fatto non ha ancora portato all’avvio del cantiere. La storia dell’ex Cetem arriva così fino ai nostri giorni. La fabbrica, appartenuta un tempo alla famiglia Rasini e la cui liquidazione fu avviata nel 1998, è ancora ricoperta di amianto e spesso considerata meta preferita dei vandali. Dopo una situazione di insolvenza della Milanogest Immobiliare, il Banco Popolare ha disposto il pignoramento. E il Comune, rispetto alla bonifica, ha deciso di esercitare il potere sostitutivo. Tutti si chiedano se il 2016 sarà l’anno giusto, anche perché a causa dell’amianto si può morire.
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