Caselle Landi: Massimo Gianluca Guarischi prosciolto dopo 10 anni dalla “Rimborsopoli” del Pirellone

Cade l’accusa di peculato e scatta la prescrizione

Annullate per prescrizione dalla Cassazione le condanne di una quarantina di (soprattutto ex) consiglieri regionali della Lombardia che tra il 2005 e il 2013, nell’ottava e nella nona legislatura, avevano abbondantemente usufruito di rimborsi spese, attingendo ai fondi del gruppo consiliare di appartenenza, che secondo i pm Alfredo Robledo e Paolo Filippini venivano destinati a cene e spese personali non compatibili con il mandato istituzionale. Al vaglio della Procura di Milano nel 2014 era finita la destinazione di 3,4 milioni di euro in totale e gli originari indagati erano 65. Era il caso “Rimborsopoli”. Per il lodigiano Massimo Gianluca Guarischi di Caselle Landi, che era stato eletto nel “listino” Formigoni nel 2005 in quota Forza Italia, la condanna in primo grado era stata a 2 anni e 9 mesi di reclusione per peculato, per rimborsi contestati per oltre 30mila euro. Che sono sempre rimasti «legittime spese di rappresentanza» secondo il difensore Michele Apicella di Lodi. Tra l’altro a saldare i rimborsi ai consiglieri erano i capigruppo, che avrebbero dovuto vagliare la legittimità o meno delle richieste. Eppure in quel periodo qualcuno (non Guarischi) era riuscito a farsi rimborsare a piè di lista l’intero pranzo di nozze di una figlia. La corte di Cassazione ha ora riqualificato le accuse in “indebita percezione di erogazioni pubbliche” e ha dichiarato la prescrizione per quasi tutti, con l’eccezione di alcuni rinvii nuovo giudizio di appello e tre condanne definitive. Tra i prosciolti c’è anche l’imprenditore lodigiano Guarischi.

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