«Case sfitte ai bisognosi»

«Faccio un appello ai proprietari con case sfitte da almeno sei mesi affinché rientrino nel progetto comunale che, con specifiche garanzie, permette di lasciare l’immobile a chi ne ha bisogno». Nino Bonaldi non è un politico, ma il suo messaggio arriva forte e chiaro. Il suo mondo è quello dell’associazionismo, appartiene alla lista civica Lodi comune solidale e oggi è in Broletto in qualità di assessore con delega a servizi al cittadino, partecipazione e politiche per la casa. E proprio dal pianeta casa inizia l’intervista, soprattutto perché tra gli obiettivi previsti per il 2016, in collaborazione con l’Aler e con i contributi della Regione, c’è la riqualificazione dell’edificio di via Vigna Alta e della muraglia, la “palazzina simbolo” di San Fereolo

Partiamo dalla casa, sono più di 500 le domande per gli alloggi popolari al bando. Come si fa a dare una risposta a tutti?

«Sono state 569 le domande, il 10 per cento di non residenti a Lodi, perché i comuni vicini qualora non fanno il bando in proprio possono fare ammettere i loro residenti al bando di Lodi. Le aspettative per questo 10 per cento sono minime, perché il regolamento regionale dice 20 residenti nella città che fa il bando e 1 di fuori. Oltre il 10 per cento, gli altri sono residenti a Lodi, chi scala la classifica ha una somma di disagi importanti, tra i quali l’avvenuto sfratto e l’esecuzione dello sfratto, oltre poi a problemi di salute, reddito del nucleo famigliare e quantità dei componenti».

Su 569 richieste quante ne riuscite a soddisfare?

«Il bando di quest’anno era per 40 abitazioni, fino ad adesso 16 sono riusciti a trovare posto, per gli altri 24 siamo in attesa di andare ad aggiudicare le abitazioni all’interno della palazzina di via Amendola dell’Aler. A dire la verità sarebbero qualcuno in più, perché si fanno anche degli spostamenti, per fare in modo che le case corrispondano alle esigenze reali delle famiglie; agevoleremo questi spostamenti, così come cercheremo di agevolare anche le operazioni di trasloco. Nel caso degli extracomunitari si cerca di avere un alloggio corrispondente in modo preciso alla famiglia, perché poi se si richiede il ricongiungimento famigliare serve tutta una serie di certificazioni».

È vero che vengono privilegiati gli stranieri nell’assegnazione delle case, come spesso sostenuto da alcune forze politiche all’opposizione?

«Viene privilegiato il disagio. Non è neppure possibile privilegiare gli stranieri, perché il regolamento è stretto su questa cosa. Uno degli aspetti presi in considerazione è la composizione del nucleo famigliare, per esempio se hai quattro figli minori, ma chi è l’italiano che ha quattro figli minori oggi? I numeri dimostrano che vanno di più agli stranieri. Sugli stranieri c’è da dire che dall’agosto dell’anno scorso anche il Comune di Lodi richiede loro un certificato che dice che non sono proprietari di beni immobili nel loro Paese».

C’era un piano per il contrasto agli sfratti, a che punto è?

«Il contrasto al disagio abitativo è fatto in collaborazione con delle delibere regionali. Giovedì vado a firmare il patto per la casa in Regione, tutte le città con alto disagio abitativo si incontreranno e sottoscriveranno questo patto. In collaborazione con la Regione, il contrasto viene fatto quantificando il disagio per provincia, a secondo delle diverse iniziative vengono erogati i contributi, anche il Comune di Lodi si è impegnato economicamente».

I progetti come stanno andando?

«Abbiamo messo in atto uno sportello casa, aperto il mercoledì in via delle Orfane 10, abbiamo aggregato a noi un’agenzia immobiliare che si chiama Comprocasa per gli alloggi: 39 richieste sono venute da persone che cercano la casa, di queste la pre-commissione ha valutato che 7 possono proseguire il percorso di questi progetti; oltre ai certificati che devono produrre c’è anche un passaggio finanziario, nel senso che questo progetti mettono in piedi dei soldi che vengono prestati alle persone che hanno bisogno, mentre i soldi che diamo ai proprietari - come l’Imu seconda casa che non pagano e la possibilità di avere fino a 7mila euro per ristrutturare - non devono rientrare, mentre devono rientrare i soldi che vengono prestati agli affittuari. Queste iniziative vanno ad uso esclusivo delle persone che possono dimostrare un Isee da 4.100 a 26mila euro, quindi non vanno a toccare la fascia dei primi 100-200 di questa classifica, perché questi hanno Isee zero. Adesso siamo in attesa di fare la commissione di aggiudicazione, incontreremo l’associazione dei proprietari, degli inquilini, l’assessorato alla casa e l’assessorato ai servizi. Le persone selezionate avranno un “tutoraggio” per fare in modo che riescano a mantenere gli impegni economici. Qual è l’ostacolo? È avere le case a disposizione.

Come sta andando il progetto avviato dall’amministrazione sull’utilizzo delle case sfitte in città?

«Siamo al punto che l’agenzia è riuscita finora ad avere a disposizione 6-7 appartamenti, arrivati da gente che si sente coinvolta dal punto di vista civico e sociale. Abbiamo bisogno di scuotere gli altri. Faccio un appello: abbiamo già incontrato l’associazione dei proprietari, incontreremo l’associazione avvocati, abbiamo chiesto un incontro con l’associazione dei condomini. Chi ha le case sfitte da sei mesi le può rimettere in circolo con le garanzie che questo progetto dà, che non sono da sottovalutare, perché per ogni contratto che deve essere a canone concordato, ci saranno Imu a zero, per ogni iniziativa nel cassetto verranno messi 11mila euro a garanzia del contratto che è un 3 più 2».

C’è una stima di quante siano a Lodi le case sfitte?

«No, non ce l’abbiamo, ma sono tante».

La muraglia ha bisogno di un restyling. Nessuna idea per riqualificarla, posto che l’immobile è di proprietà dell’Aler?

«La collaborazione con l’Aler prevede una serie di percorsi. Il primo riguarda un progetto sociale per le case Aler e per le case Erp (edilizia residenziale pubblica, ndr) comunali, l’obiettivo è far sparire una morosità altissima. Questo progetto sta mettendo in piedi dei laboratori famigliari nel quartiere di San Fereolo, partiti 5 mesi fa, questo ha aperto un dialogo con l’Aler. Questa estate è uscito un bando regionale, sia il Comune che l’Aler potevano chiedere finanziamenti per la riqualificazione degli alloggi. Il Comune ha richiesto la sistemazione e il passaggio di proprietà dell’immobile in via Vigna Alta, che ha bisogno di una manutenzione importante, mentre l’Aler ha mandato una richiesta per la riqualificazione della muraglia. Inoltre, abbiamo chiesto aiuto per rimettere a norma quattro appartamenti. A noi, come Comune, la muraglia interessa ovviamente per l’aspetto sociale».

A quanto ammonta la morosità per le case comunali?

«Lo sapremo esattamente a fine anno, il fenomeno riguarda però un terzo degli inquilini. È importante sottolineare che non si tratta di una morosità continuata. Come si risolve? Con i progetti sociali sul modello di quelli che stiamo sperimentando».

All’anagrafe c’è bisogno di personale, come ha intenzione di risolverlo?

«All’interno del personale sono state selezionate due signore che andranno all’anagrafe, più un’altra che andrà al protocollo».

A che punto è il progetto per la gestione esternalizzata dei cimiteri?

«C’è un’ipotesi che adesso dovrà essere ripresa dalla discussione politica, bisogna capire che cosa fare internamente e cosa no, magari esternalizzando una parte del servizio, che potrebbe essere dato a un privato o a una cooperativa».

Nel frattempo, però, che cifra è stata stanziata per la manutenzione?

«250mila euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria».

L’opposizione in più di un’occasione vi ha fatto notare che la tanto “sbandierata” partecipazione in realtà nei fatti non esiste. Cosa ne pensa?

«La partecipazione deve partire dal basso, può essere portata dai cittadini, dalle famiglie, dalle officine di giovani e donne. Stiamo attivando un progetto sul welfare insieme alla Cariplo che riguarda casa, cibo, lavoro e partecipazione. Stiamo attivando il primo tavolo di quartiere, si partirà dalla città bassa, dove si sta facendo un’analisi abitante per abitante».

La sua lista, Lodi comune solidale, è accusata di farsi andare bene qualsiasi decisione presa dal sindaco Uggetti - dall’ingresso di Sergio Tadi in maggioranza a quello di Giovanni Ghizzoni - perché troppo attaccata alla “poltrona”. È così?

«Non ritengo di essere attaccato alla poltrona, gli impegni che mi sono preso hanno una vita più lunga della vita politica. Ogni settimana ho almeno dieci incontri con cittadini, di cui 8 con sfratto che finiscono in lacrime. Il momento storico e la voglia di fare mi tengono legato qui».

Cosa vota alle urne? E cosa voterà alle prossime elezioni politiche?

«Tranne la Lega e la Destra ho votato di tutto».

È renziano?

«Mi trovo più d’accordo con le scelte che faceva Bersani. Mi colloco a sinistra, comunque alle elezioni voterò il Pd».

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