In Lombardia nel 2010 le compravendite residenziali hanno mostrato una lieve crescita, ma non nel Lodigiano. È quanto emerge dal rapporto, a cura di Ance Lombardia e Cresme, “Il mercato immobiliare in Lombardia 2011”.Non solo: secondo il rapporto presentato oggi in occasione dell’Eire 2011, Lodi contraddice anche un’altra caratteristica emersa dai dati regionali dello scorso anno, che mostrano come a trainare la debole ripresa siano stati i capoluoghi di provincia (+ 4,7 per cento in media), mentre negli altri comuni si è registrata ancora una piccola flessione. Nella città del Barbarossa succede il contrario: il capoluogo fa segnare un calo dell’8,3 per cento, mentre il resto della provincia il calo non raggiunge il punto percentuale. Il dato in realtà va letto insieme a quello del 2009, quando il mercato immobiliare a Lodi aveva vissuto un anomalo “rimbalzo” e aveva mostrato una timida ripresa (0,8 per cento) in controtendenza con il dato medio regionale dei capoluoghi (- 8,5 per cento). Dai dati contenuti nello studio emerge che nel 2010 il fatturato del mercato immobiliare in Lombardia vale 22,7 miliardi di euro, di cui 18,2 provenienti dal settore residenziale e 4,4 da quello non residenziale. Dopo il «massimo storico» raggiunto dal mercato lombardo nel 2006 (con un giro d’affari record di poco inferiore ai 40 miliardi di euro), nel 2007 si è avuto un primo contenuto calo del fatturato (-3,4 per cento), a cui sono però seguiti due anni consecutivi con contrazioni a doppia cifra (-17,8 per cento nel 2008 e -23,7 per cento nel 2009). Il 2010 si è chiuso ancora in campo negativo (-5,9 per cento): dal 2006 il giro d’affari del mercato immobiliare lombardo si è ridotto di circa 44 punti percentuali, corrispondenti a una perdita di 17,3 miliardi di euro di fatturato.
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