CASALETTO Mario Cattaneo, il caso si riapre: il Tribunale vuole una nuova perizia in appello sulla traiettoria dello sparo

L’oste sotto accusa dal 2017 per un colpo partito dal suo fucile, morì un ladro di 32 anni

Si allunga il processo di secondo grado in corso a Milano a carico di Mario Cattaneo, il ristoratore di anni di Gugnano di Casaletto Lodigiano che nella notte tra il e il marzo del 2017 subì l’irruzione di una banda di ladri nella sua osteria - bar tabaccheria, sopra cui abita con moglie, figlio, nuora e nipotini, e, svegliato dalla sirena dell’allarme, scese in cortile imbracciando il suo fucile da caccia carico. Partì un colpo e uno dei malviventi, Petre Marin Ungureanu, incensurato in Italia, 32 anni, fu colpito alla schiena e abbandonato ormai esanime dai complici davanti al cimitero della frazione. Secondo quanto sostenuto dall’oste, imputato di omicidio colposo per eccesso di difesa, e dedotto dalle perizie balistiche del Ris di Parma e dei consulenti della difesa, quel colpo partì dal basso verso l’alto, e per il tribunale di Lodi fu quindi accidentale, dovuto al fatto che uno dei complici, invece di spaventarsi perché era arrivato in cortile l’oste con il fucile in mano, l’avrebbe strattonato per la canna, facendolo cadere e provocando così lo sparo. Nessun caso di legittima difesa, quindi, ma un incidente. Peraltro, rimarca Vincenzo Stochino, uno dei difensori dell’oste, Cattaneo aveva un secondo colpo in canna e non l’ha sparato.

All’assoluzione piena in primo grado arrivata nel 2020 erano però seguiti gli appelli dell’allora Procuratore di Lodi Domenico Chiaro e dei familiari romeni della vittima, costituiti parte civile, e nell’aprile scorso si è aperto il processo si appello. Sentiti per la seconda volta diversi testimoni, ora la corte ha disposto una nuova perizia sulla traiettoria dello sparo, che il mese prossimo sarà affidata dai giudici a Dario Redaelli, responsabile della balistica della Scientifica di Milano. I difensori a loro volta riproporranno per la perizia il generale in congedo Luciano Garofano (già Ris di Parma) e Martino Farneti, già alla Balistica della polizia a Roma. Il processo potrebbe quindi trascinarsi sino alla fine dell’anno.

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