Cani che fiutano il coronavirus: a Lodi gli “esperimenti” con i cittadini

Chi lo vorrà potrà prendere parte alla fase preliminare del progetto

Anche i cittadini possono contribuire alla lotta al Covid, supportando gratuitamente degli studi volti a verificare se i cani possano fiutare le infezioni di questa malattia. Da lunedì chi si recherà a fare il tampone presso il drive through del Parco tecnologico padano potrà aderire al progetto proposto dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano (che ha sede proprio accanto al Parco), Ospedale Sacco e Medical Detection Dogs Italy Onlus finalizzato proprio a questo scopo.

Come spiega il responsabile operazioni di Ptp Science Park Stefano Di Giovine, «i volontari dell’associazione forniranno, a chi darà il proprio consenso, una scheda con un questionario anonimo e due tubicini da mettere sotto le ascelle per 15 minuti, che saranno poi oggetto di esperimento, per capire se gli animali riescono a rilevare la presenza della malattia». Come si legge infatti sul sito di MDDI (http://www.mddi.it/it/senza-categoria/progetto-cani-anti-covid19/), molti studi scientifici ed esperienze in diverse nazioni hanno dimostrato che cani opportunamente addestrati riescono a individuare la presenza di malattie metaboliche rilevando gli odori veicolati dai composti organici volatili associati alla patologia. Grandissime abilità olfattive già impiegate nella ricerca biomedica su tumori, malaria e altre malattie e nell’assistenza e prevenzione con l’allerta ai pazienti di patologie come diabete ed epilessia. Come specificato sempre sulla stessa fonte, il Sars-CoV2 non ha un odore in sé, ma scatena reazioni fisiologiche nelle persone infettate, rilevabili dal cane. Lo scopo è quello di raccogliere 900 campioni in modo da poter addestrare in laboratorio cinque cani di cui tre già esperti (un labrador, un incrocio segugio e un pastore belga Malinois) in quanto hanno già partecipato a ricerche analoghe condotte però sui tumori, un’operazione che dovrebbe impiegare qualche settimana. La fase successiva invece sarà costituita dall’addestramento a fare lo stesso direttamente sulle persone, e durerà qualche mese. Lo scopo è arrivare a preparare unità cinofile per lo screening sulle persone in scuole, aeroporti, centri commerciali, Rsa e altri luoghi. Se avrà successo, lo studio consentirà di rilevare in maniera preventiva e su grandi numeri di persone il virus senza ricorrere a procedure invasive come il tampone.n

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